- Scappa pulenda c’è i’ filo !!!!!! -
La voce delle donne di casa rimbombava nella cucina, i ragazzi coglievano al volo il richiamo, era l’ora della cena. Dopo aver rovesciato sul grande tavolo da cucina il grande pentolone di rame contenente la polenta fumante, quello era il richiamo usuale.
Si utilizzava un filo di canapa per tagliarla, serviva a misurarne esattamente le porzioni.
Al centro veniva nascosta una acciuga o se disponibile una salsiccia arrostita. Il premio spettava al vincitore , chi riusciva arrivare per primo al centro dopo aver mangiato la razione di polenta.
Dopo la cena tutti intorno al camino, era il momento dei racconti, gli scherzi, le storie dei nonni, o vicende paesane.
Per quanto proviamo a riscriverle, molte storie fanno parte di noi, del nostro vissuto, prima della scrittura c’erano le tradizioni orali, e riunioni familiari presso il “canto del fuoco” , e poteva essere inteso come un cantuccio vicino al caminetto, ma anche come un vero canto cioè il crepitio delle legna bruciate.
Il luogo era magico, il tepore del fuoco stemperava la grande stanza da pranzo (solo quella era l’equivalente di un miniappartamento, ma per riscaldarla…)
Un po’ di pane inzuppato nel vino opportunamente riscaldato trasmetteva calore al corpo e lo intontiva quanto basta per pisolare prima del sonno della notte.
Dopo lunghissime giornate di fatica cosa c’era di meglio se non ascoltare storie come quella dei giorni della merla ?
Il 29, 30 e 31 gennaio vengono da tempo immemorabile considerati come i giorni più freddi dell’inverno il periodo nel quale tutti gli esseri viventi si rifugiano nelle proprie tane per ripararsi dal rigore di questi giorni.
Ma perché gennaio ha 31 giorni e i merli sono neri?
La leggenda narra che tanto tempo fa, quando ancora gennaio aveva 28 giorni una merla di colore bianco stufa di svolazzare nell’aria gelida, decise di far scorte di cibo sufficienti per trascorrere i freddi giorni di gennaio nel suo caldo nido.
Alla fine del ventottesimo giorno la merla uscì fuori fischiettando allegramente e sbeffeggiando gennaio, pensando di essersi presa gioco di lui. Gennaio irritato dall’astuzia della merla, col suo fare capriccioso e prepotente rubò 3 giorni a febbraio e scatenò la sua algida vendetta. Vento, neve e gelo.
La merla e i suoi pulcini presi alla sprovvista dall’improvvisa impennata di freddo si rifugiarono in un comignolo fumante di una casetta lì vicino. E ci trascorsero tre giorni dopodiché all’apparire del primo pallido sole di febbraio la merla e sui pulcini uscirono all’aria aperta completamente anneriti dalla fuliggine del camino…
Dal quel giorno gli ultimi tre giorni di gennaio si chiamarono “i giorni della merla”
Ah ! Se vedete una merla con le penne bianche vuol dire che non l’ha capita !
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