E venne il mare della Campania, il Tirreno dei miti.
Caterina aveva risparmiato su tutto per permettersi una lunga vacanza in quella terra favolososa, in quel mare avevano vissuto Scilla e Carridi, la Maga Circe, vi era sepolto Palinuro, il nocchiero di Ulisse e nel golfo di Napoli vivevano un tempo le Sirene, uccelli con artigli, testa di donna e seni. A Napoli il culto ebbe particolare diffusione, alla Punta della Campanella, sorgeva il santuario delle Sirene ed i tre isolotti dei Galli, di fronte a Positano, erano detti le "Syrenusse ", perche’ in essi si vedevano i corpi delle tre Sirene.Se lei fosse stata una Sirena si sarebbe presa Ulisse, lo avrebbe voluto e se lo sarebbe preso. Caterina come si inoltrò con l'auto lungo la costiera amalfitana non riusciva a credere in ciò che vedeva, per una volta nella vita, la realtà era più bella del romanzo o del sogno.Fu una vacanza stupenda la più bella della sua vita, il marito il figlio tutti e due stupiti dai paradisiaci angoli panoramici, credevi di aver visto la cosa più bella e ce n'era subito un'altra ancora più bella.Tutto era inondato da fiori e profumi, in basso il mare era un turchese incastonato fra le rocce dorate.Il cibo era buono, ma talmente buono che in un mese di vacanza, Caterina non entrava più nei calzoncini a righe bianche e gialle che usava per le escursioni.Ci avrebbe pensato poi a togliersi il paio di chili accumulati, il cibo e in particolare i dolci erano da dio.Caterina nonostante il marito e il figlio fu corteggiata e vezzeggiata dagli uomini del sud, in effetti dolcemente abbronzata, slanciata, coi capelli vaporosi, lunghi e neri, gli occhi brillanti di felicità e sempre sorridente era il ritratto della salute e della spensieratezza, e così si sentiva, in mezzo al mito, al sole, al cibo, al canto e al mare.Eppure Caterina aveva punte di tristezza, quando Gianni e Marco, cioè il figlio e il marito, si tuffavano nel blu più blu, lei rimaneva lì sulla roccia, avrebbe tanto voluto buttarsi nell'acqua, ma aveva paura, una fifa maledetta.Dei ragazzini le chiesero perchè stava sulla roccia senza tuffarsi, Caterina si mise a piangere, le lacrime le scendevano sulle guance lente e silenziose.Uno dei giovani le offrì delle stelle marine che aveva pescato appena, appena nel mare, le mise sulla mano di Caterina con un sorriso aperto.Caterina si asciugò con vergogna le lacrime, facendo finta che fossero spruzzi di acqua, in effetti le lacrime sono salate come l'acqua del mare, e giurò che avrebbe imparato a nuotare.
immagine di Teoderica