Racconti del medioevo bolognese

Creato il 26 marzo 2011 da Atlantidelibri

Image by Paolo Margari via Flickr

non solo Medioevo in questa bella raccolta di racconti ambientati nell’antica Bologna, tra città e contado!

Racconti del medioevo bolognese
Wolfango Horn, Nemo editore
Collana: Il narratore

Un viaggio nella città di Bologna tra Cinquecento e Seicento: racconti di crimini che si intrecciano a intrighi, passioni, alleanze e lotte per la supremazia tra potenti famiglie, la presenza ineludibile dei domenicani della Santa Inquisizione, arroccati nella loro cattedrale di San Domenico, la passione diffusa tra i nobili per le arti, la magia, l’alchimia. Un percorso di alcune storie attraverso la Storia: la condanna al rogo della strega di Bologna, Gentile Budrioli, e l’inquietante immagine di un santo con fattezze di cane; il soggiorno bolognese del pittore Giorgione, la sua mania per l’alchimia, un misterioso dipinto, la strage dei Marescotti; un furto con destrezza nella chiesa di San Domenico, il viaggio di una preziosa reliquia fino a Malta, la misteriosa morte di Michelangelo Merisi, detto “il Caravaggio”. E poi, alle porte di Bologna, l’inquisitore Felice Centino, ospite per una notte nel convento francescano di San Giovanni in Persiceto, si ritrova a indagare sull’omicidio del priore del convento, un convento votato allo studio di una singolare disciplina, l’astronomia mistica. In ogni racconto il fascino della creazione fantastica si intreccia con fatti curiosi e poco noti, ma reali e storicamente documentati, rendendo in tal modo vitali e affascinanti vicende tratte in gran parte da cronache ingiallite, dimenticate in polverosi archivi.

e già che siamo in tema, riportiamo dal sito del Comune di Castel San Pietro un episodio storico avvenuto a Castel San Pietro, in attesa che magari qualcuno racconti più in dettaglio quanto avvenuto:

Il terrore per la ‘Bestia’
Attorno al 1647 fu vista aggirarsi per Castel San Pietro una strana bestia.
Arrivava di notte, sgattaiolava furtivamente lungo i muri del paese poi, sempre col favore delle tenebre, si allontanava per fermarsi presso il cimitero o attorno ai ruderi della Montagnola.
La gente si sentiva addosso un a fifa blu; ne parlava con terrore e pochi, ma pochi davvero erano quelli che ardivano uscire di notte.
La descrivevano come un vero e proprio mostro dall’aspetto orribile; chi ne diceva una, chi un’altra. Per cinque anni la maggior parte degli abitanti di Castel San Pietro, quando veniva buio, si tappava in casa, sprangava la porta e faceva gli scongiuri.
Finalmente un giovane più coraggioso degli altri o, se volete, meno disposto a subire la paura che la fantomatica bestia aveva messo addosso alla gente, decise di farla finita.
Il giovanotto in questione era il marchese Gianfrancesco Locatelli. Con alcuni amici uscì una sera, risoluto a trovare la bestia.
Scandagliarono il paese da cima a fondo e, alla fine, videro una non ben definita ombra che stava entrando in una tana scavata vicino ai bastioni. I giovani diedero fuoco all’ingresso e attesero che “la cosa” uscisse.
Di lì a poco la bestia venne fuori. Alcuni colpi di randello bene aggiustati e l’incubo che da cinque anni tormentava i sonni dei tranquilli cittadini ebbe termine.
Sentiamo cosa dice il cronista di allora della bestia in questione: “Pareva un lucertolone, era lunga otto piedi, grossa come un mastino, con pelle metà giallo oro e, dalla parte della coda, tutta crestata, testa come lucertola e dentatura porcina, zampe leonine, brevi come quelle della tartaruga. Vennero molti a vederla e il marchese Locatelli la fece imbalsamare”.



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