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Racconti Romani – Alberto Moravia

Creato il 06 settembre 2015 da Maxscorda @MaxScorda

6 settembre 2015 Lascia un commento

Racconti Romani
"Racconti romani" e’ uno di qeui libri che leggi la prima volta ed e’ come averli letti da sempre. Vuoi perche’ la scrittura di Moravia e’ pura narrazione senza il peso specifico della sintassi, vuoi perche’ e’ italiano altissimo ma non aulico, coma l’eloquio dei professori di una volta che parlavano con pronuncia perfetta e gia’ bastava per incantare chi ascoltava. Soprattutto pero’ Moravia e’ la voce nobile di quell’Italia del dopoguerra che molti di noi non hanno vissuto ma che conosciamo benissimo per via dei tanti e tanti e ancora tanti film che possiamo dire commedie all’italiana se da cio’ sottraiamo ogni valenza popolana e non perche’ non lo siano state ma in quanto espressione non nostalgica ma realmente nobile nella storia, nell’antropologia e nella letteratura di un popolo.
Il cinema si diceva ed e’ nel cinema che riconosciamo dialoghi e situazioni ma anche i luoghi, i volti, le cadenze del parlato, le smorfie e i gesti dei protagonisti degli 80 racconti e non solo perche’ dall’antologia e’ stato ricavato un film omonimo ma in quanto dal bianco e nero, la Roma di quel tempo sì Caput Mundi, domina imperitura i ricordi piu’ belli. L’origine come racconta lo steso autore, e’ nobile nell’attualizzare i sonetti di Gioacchino Belli scritti un secolo prima e s’inseriscono perfettamente in un filone neorealista che proprio in quegli anni vedeva lo stesso Moravia tra i tanti protagonisti. E’ pur vero pero’ che come Moravia ammetteva il neorealismo al cinema, meno lo trovava consono alla letteratura nel suo divenire manieristico, percio’ se ne rimane distanti. Vuoi perche’ non incede nei termini dialettali anzi i racconti sono scritti in perfetto italiano che si concede qualche termine locale, poi perche’ se c’e’ sempre un narratore ed e’ diverso in ogni storia,  la voce e unica, l’io narrante resta quello di Moravia che non fa nulla per distanziarsi dalle storie e pur essendo tante le voci, in realta’ ne ascoltiamo una soltanto e sappiamo essere una delle migliori che la letteratura italiana abbia mai avuto.
Ad ogni modo e’ una raccolta che si beve avidamente, furiosamente, e’ un rivivere una realta’  ignota eppure celebre, pura narrazione che diviene divulgazione. La si puo’ girare per ogni angolo ed illuminare con la luce che si vuole, resta il fatto che Moravia e’ stato uno dei piu’ grandi interpreti della lingua italiana e cio’ basta per farne un libro fenomenale e necessario.


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