Intrattiene una fitta corrispondenza con carcerati, ma a casa non dice una sola parola. Non parla con la madre, che si è appena risposata col giovane Lonnie, né con Lonnie, un individuo di imbarazzante imbranataggine. Non parla nemmeno col proprio padre, ma perché lui se ne è da poco andato in California, per cui sarebbe un po’ difficile rivolgergli la parola.
Per leggere di come l’ira possa rivelarsi la più silenziosa delle emozioni, è sufficiente scoprire le poche pagine di Memorial Day di Peter Cameron. Un racconto compreso nella raccolta Paura della matematica (che mi fece scoprire l’amore per questo autore e che ho riletto molte volte).
[Racconti viziati: i sette vizi capitali in sette racconti, più o meno famosi. Uno al giorno]
Avete qualche racconto viziato da consigliare?