È da qualche secolo che me ne sto qui inginocchiato a porgere il mio prezioso dono a questo strano bambino, sotto lo sguardo di un vecchio e di una giovane donna, bellissima, ma con un’espressione un po’ troppo, come dire?, … ispirata.
Intorno pezzenti estasiati e mite bestiame, paglia, cesti di cibo e, in un angolo, il nostro povero ed esausto cammello. Uno solo. Non ho mai capito perché: siamo in tre, carichi di bagagli, di doni, di strumenti astronomici (altrimenti come l’avremmo potuta seguire la stella?), veniamo chi dall’India, chi dalla Persia, chi dall’Africa, …e abbiamo un solo cammello? Mah… Stranezza dei presepi.
Non parliamo poi dei miei due compagni di viaggio, cui devo questa bella pensata della ricerca del messia, e che ora, vestiti in pompa magna, sono protesi anch’essi ad offrire i loro regali, un po’ incongrui - in verità - per un bambino. Che ci farà mai un neonato con il turibolo dell’incenso e con la mirra per le imbalsamazioni? La mirra, poi, è proprio di cattivo augurio… Io invece ho scelto di portargli dell’oro: so che nella vita gli servirà. Perché l’oro è il grande amico dell’uomo, l’unico in grado di dargli quello che egli veramente vuole.
È inutile storcere il naso: il fatto che io stia sempre in un presepe e che compaia soprattutto nel periodo più sdolcinato dell’anno non significa che sia uno sciocco idealista.
Sono abbastanza vecchio e saggio (o così almeno mi raffigurano) per capire come vanno le cose del mondo.
“Il Messia… un nuovo annuncio… la salvezza… pace e amore…”, già. Certamente è facile entusiasmarsi e in molti ci crederanno e saranno pronti anche a sacrificarsi per queste nobili cause. Santa ingenuità!
E, soprattutto, fatica sprecata. Ma possibile che non ve ne siate accorti?
Da secoli io me ne sto qui con il mio imperdonabile dono e mi chiedo: perché prima di illudervi non avete guardato bene, perché non avete prestato la giusta attenzione? Eppure era evidente, era sotto gli occhi di tutti…
Il mio oro è in questo presepe fin dal principio, e da sempre illumina con i suoi bagliori ipnotici e luciferini anche la capanna di Betlemme.
Baldassarre scritto da Maura Rodi
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