Lei.
Lei che mi ha ricordato quanto poco valessi.
Lei che mi ha brutalmente aperto gli occhi sulla mia debolezza.
Ma ora non ha più importanza.
Io sono stato più forte.
Me la sono ripresa, l’ho irretita, l’ho fatta sentire unica.
E l’ho abbandonata, come un giocattolo vecchio e noioso.
Non ho più bisogno di lei.
Io non ho bisogno di nessuno.
Ma quella ragazza...
... sembra proprio lei.
Basta poco.
Un bel sorriso, una stretta di mano vigorosa al punto giusto.
“Mi chiamo Ted, piacere di conoscerti”
Dice di chiamarsi Susan.
Ed è bella quanto il suo nome.
Occhi puliti, sinceri.
... Non come i miei.
Le chiedo se vuole un passaggio per tornare a casa, comincia a far buio e per una ragazza potrebbe essere pericoloso andare in giro da sola.
... In cuor mio spero che non accetti.
Mi ringrazia, dice di sì.
“Sei molto gentile, Ted.”
No Susan... e presto te ne accorgerai.
E’ questione di un attimo, nella mia mente si succedono rapidi flash.
E’ L’Entità, è tornata.
Stringo la gola della ragazza con barbara ferocia, ingiuriandola.
In quel momento la odio, desidero di finirla, di umiliarla.
Di annientarla.
Lascio la presa solo quando la sento esalare l’ultimo respiro.
... Non ha avuto nemmeno il tempo di divincolarsi.
E gli occhi...
Quegli occhi scuri che fino a poco fa erano lo specchio di un’anima innocente ora mi fissano vitrei ed accusatori.
Sei contenta, Stephanie?
Ti ho uccisa un’altra volta, smetterai mai di tormentarmi?
Sento la tua voce, la sento in ogni istante della mia maledetta vita.
La tua voce che continua a deridermi,che mi respinge, che dilania l’ultimo misero brandello della mia coscienza.
Scarico il corpo violato della ragazza nella prima radura che incontro.
Come sempre, niente di più.
Niente di strano.
Mi allontano in uno stato di completa confusione, complice anche una di quelle mie bevute particolarmente esagerate.
Nemmeno Susan c’è riuscita.
Nemmeno lei ha riempito quella voragine di tenebra che è la mia anima.
Ed io intanto sono sempre meno umano, ammesso che lo sia mai stato.
Rindosso la maschera del bravo cittadino.
Il sadico mostro scompare, ritorna l’affascinate studente di legge dal futuro promettente.
Sorrido.
La finzione è il mio ossigeno, le mie menzogne il mio sostentamento.
Nulla può scalfirmi.
Nessuno può rovinare la mia messinscena.
Sono Theodore Bundy, e sono il mio unico vero Dio.
“... no, scusa Liz... ho molto da fare con le lezioni. Ti chiamo non appena ho un minuto libero, ok?
Ti amo.”
MA C’E’ MAI STATO QUALCOSA DI AUTENTICO IN TE?
Eliana Finazzer Scala
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