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Racconto di Natale 2014

Creato il 24 dicembre 2014 da Pedroelrey

Fran­ce­sco fa il con­su­lente free lance da diversi anni ormai e ama defi­nirsi “il camio­ni­sta della con­su­lenza” poi­chè viag­gia molto per lavoro anche se pro­gres­si­va­mente negli anni con la dif­fu­sione della Rete è riu­scito a ridurre sen­si­bil­mente gli spo­sta­menti. È un bene che sia così, viag­giare è sem­pre più costoso e stres­sante e poi, anche se lo dice a denti stretti, ormai non è più gio­va­nis­simo e ini­ziano a pesar­gli le cen­ti­naia di chi­lo­me­tri in un giorno. D’altra parte, mi dice sor­ri­dendo, lui è si un camio­ni­sta ma quando arriva non sca­rica ed ha finito, lui quando arriva ini­zia a lavorare.

Era diverso tempo che non ci vede­vamo e così abbiamo deciso di pren­derci un ape­ri­tivo insieme per Natale per rac­con­tar­cela un po’, come si suol dire, qual­che giorno fa.

Dopo qual­che bat­tuta, ine­vi­ta­bil­mente, si fini­sce per par­lare di lavoro, d’altronde fac­ciamo quasi lo stesso mestiere anche se lui ormai da anni lavora quasi esclu­si­va­mente nel set­tore automotive.

Abbassa gli occhi un po’ mesto men­tre mi rac­conta che le con­di­zioni di lavoro sono sem­pre più dif­fi­cili, che con la crisi del set­tore auto­mo­bi­li­stico si lavora il dop­pio di dieci anni fa e si gua­da­gna la metà. Se fai for­ma­zione ormai la pro­get­ta­zione non te la paga pra­ti­ca­mente più nes­suno ed anche le spese vive sono quasi sem­pre a tuo carico mi dice. 

La con­su­lenza va un po’ meglio, “sai io ormai sono anni che lavoro per loro [nome brand casa auto­mo­bi­li­stica] e alla fine è gra­zie a que­sto che rie­sco a vivere ancora decen­te­mente”, dice, “anche se anche lì si rischia sem­pre più di girar soldi con gli sgravi fiscali ridotti ai minimi ter­mini, pensa che in un tri­me­stre ho speso tre­mila euro di car­bu­rante e 800 di auto­strada sca­ri­cando un paio di cen­ti­naia di euro in tutto, io mica uso la mac­china per andare a spasso” con­clu­dendo con un impre­ca­zione. “E poi adesso ci si è messo anche que­sto testa di [beep!] del gal­letto di Firenze ad aumen­tarci i con­tri­buti Inps, io ho più di 50 anni ma lo sa quello lì che se perdo il lavoro, se mi ammalo, a me non mi paga nes­suno, se non rie­sco a met­tere via qual­cosa come faccio?”

Gli do una pacca sulla spalla, lo guardo dritto negli occhi e gli dico “pensa che io lavoro quasi solo nell’editoria, forse è ancora peg­gio”. Sor­ride, mi guarda dritto negli occhi, alza il bic­chiere di vetro spesso con la sua solita cai­pi­ro­ska e lo sbatte fra­go­ro­sa­mente con­tro il mio. Brin­diamo, tran­gu­giamo il cock­tail tutto d’un fiato e ci abbrac­ciamo. È Natale. Signo­rina altri due, grazie.

Un abbrac­cio sin­cero a voi e ai vostri cari, con l’augurio di un buon Natale pieno d’amore. Davvero.

BUON-NATALE

[*] Fran­ce­sco, al quale per cor­ret­tezza ho fatto leg­gere in ante­prima que­sto rac­conto nono­stante venga uti­liz­zato uno pseu­do­nimo, mi ricorda che è pos­si­bile fare acqui­sti o dona­zioni allo IEO, io l’ho fatto. Anche que­sto è Natale; auguri ancora.


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