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Racconto: “Dopo tanti anni”

Creato il 01 settembre 2013 da Zirconet @zirconet

Viviamo nella mendace convinzione di essere padroni del nostro destino, quando invece sono i flutti della vita che decidono non solo dove andremo, ma pure se staremo dalla parte dei buoni oppure tra i cattivi. Dannati sono i pochi eletti che hanno coscienza della verità, poiché a loro non è data la speranza di poter vedere il futuro dell’uomo. 

Incontro

L’altra sera non mi sentivo per niente bene. Ero uno straccio. “Mi sarò preso l’influenza”, pensavo. Mentre riflettevo su come mi sentivo da schifo, penso di aver sbagliato porta. Ma dov’ero finito? Ero nuovo del posto che era un vero e proprio labirinto. Poi ad un tratto un uomo all’altro capo del corridoio mi fa cenno di avvicinarmi.
- Ciao Adami, …sei Marco Adami, non è vero?-
Anche a me il suo viso mi sembrava conosciuto, quindi lo assecondai.
- Sono proprio io. -
- Marco, non mi hai riconosciuto. Sei sempre il solito. Sono Maurizio, Maurizio Vinci. -
Sinceramente quel nome non mi diceva un bel niente. Comunque quel tipo pareva conoscermi davvero.
- Ma come… Ah che tipo. Sono Maurizio, quello dietro al tuo banco al liceo D’Annunzio -
Finalmente mentre sto a fissarlo negli occhi in cerca di un viso, mi torna in mente la faccina da topo del tizio che per quattro anni mi aveva rotto le palle nel banco dietro al mio.
- Ma si, Maurizio, adesso ti ho riconosciuto, scusami ma sai…-
- Io invece, appena ti ho visto… Anche tu qua … Accidenti sei proprio un bel tipo. -
- Già anche tu, ma cosa hai combinato per finire qui dentro? – riesco a domandargli mentre prendendomi per la giacca mi fa sedere a forza sulla panca insieme a lui.
- Mi piace il posto, che ci vuoi fare. Mi ci sono affezionato, e poi mi vengono a cercare ogni volta. -
- Non scherzare. Che hai combinato? -
- Anche tu qui … Ah Ah… Non mi dovrei stupire, sei sempre stato un tipo strambo, ti sei fatto beccare. Ma quante ne abbiamo combinate insieme noi due -
- Già, ma è passato tanto di quel tempo…-
- Sei sempre lo stesso, non ti smentisci mai, nemmeno dopo … quanti anni … quindici … no, aspetta … sedici anni …-
- Già da quando ci hanno sbattuto fuori dal D’Annunzio per quella stupida storia -
- Era stata tua l’idea. Che magnifica trovata. Mi sembra di vederla ancora la preside davanti al suo macinino imbrattato di vernice.-
- Si, avevamo tutti e due il “tocco artistico”. Vedo comunque che non hai abbandonato la carriera. -
- No di certo. Solita trafila, cacciato da scuola, qualche furtarello, la banda, poi il riformatorio e adesso mi sono dato allo scasso. Non per dire, ma nel mio campo sono ben considerato. -
- Ma questa volta ti sei fatto beccare!-
- Non lasciarti trarre in inganno.. Non hanno uno straccio di prova contro di me. Te l’ho detto sono bravo. E tu invece non sei nel giro… -
- Sono stato fuori per molto tempo, al sud.-
- Ma adesso sei qui. Lasciami sistemare questa faccenda poi vedrai riuscirò ad aiutare anche te. Ah, che cagnara combineremo insieme, come hai bei vecchi tempi-
- Ma che hai … scusa … che cosa avresti combinato? -
- Ssst … Ieri sera ho fatto un colpetto in una villa ai Parioli. Tutto ben organizzato. Ha fruttato bene. Te l’ho detto non hanno niente contro di me. Normale routine. Ogni volta che succede qualcosa di importante mi vengono a cercare. Qualche ora qua dentro, una bella chiacchierata con il Tenente e poi a casa.-
- Allora hai le spalle ben coperte.-
- Adesso non posso parlare. Ma appena finito qui vedrai. So già dove piazzare la refurtiva.-
- Sei diventato un vero professionista.-
- L’hai detto, il malloppo è a casa di Maria. Te la ricordi la Maria. Quella che mi veniva sempre dietro, la “bruttona”. -
L’immagine di una scialba ragazzina dai capelli giallognoli mi si parò davanti agli occhi.
- Sì c’è l’ho presente. -
- E’ la mia cassaforte. Non la rintracceranno mai. Chi andrebbe a pensare che un tipo come me ha un’amichetta come quella. Si è laureata, adesso è dottoressa, al pronto soccorso. Insospettabile e pulita. -
- Bravo Vinci, sempre il solito.-
- Ah, Ah, vedrai sistemerò anche te. Non vedo l’ora!-
- Già non vedo l’ora nemmeno io, Ma adesso scusami. Ho un gran mal di testa, mi sa che mi sono beccato l’influenza, adesso me ne vado a casa.- faccio per alzarmi e mi accorgo del suo sguardo smarrito
- Ma che stai dicendo… Dove vuoi andare …sei in stato di fermo, ti andrà bene se ci passerai tutta la notte qua dentro.
- Io…? Ah. Ah…-
- Non scherzare. Ma dimmi, tu perché sei qui? Per che cosa ti hanno beccato? Furto? Spaccio?-
- Furto? Ah, Ah. Spaccio, io? Ah, Ah.-
- Mi stai prendendo in giro vero? Adami, ma che ti sei ammattito? -
- Veramente io qua ci lavoro, al terzo piano…-
- Terzo piano… Allora sei all’omicidi. Non ci posso credere.-
- Già, sono stato trasferito da poco. Te l’ho detto sono stato nel sud per tutti questi anni. Altro liceo, il militare poi l’accademia e dopo qualche annetto a far la scorta ai magistrati in Sicilia finalmente hanno accettato il mio trasferimento e sono rientrato in città. Non mi guardare adesso. E’ tutta colpa dell’influenza. -
- Ma allora dopo tutto quello che ti ho raccontato -
- Non ti preoccupare, domani mattina passerò dal Tenente a raccontargli tutto. Adesso che so dov’è hai nascosto la refurtiva, si è risolto tutto, no. Ti saluto-
- Ma vaff…


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