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Racconto: "Hey, you, Pumpkin!" di Federico Mattioni

Creato il 08 novembre 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Saturday, 08 November 2014 12:00

Racconto: Letteratura Horror propone un racconto horror con tematica Halloween scritto da Federico Mattioni. Il racconto si chiama “Hey, you, Pumpkin!” ed è possibile leggerlo direttamente online a questa pagina. Inoltre, previa registrazione e login al sito (se sei già registrato solo login), sarà possibile votarlo e commentarlo.

Hey, you, Pumpkin!

Era proprio vero. Lukas era un bambino prodigio. Aveva appena intagliato la zucca più bella che io abbia mai visto. Più la osservavo e più avevo l’impressione di essere osservato. Quando tornai a casa e mi misi dentro il letto, non riuscii a prendere sonno. Davanti ai miei occhi si materializzava in continuazione la visione della vivida zucca di Halloween intagliata dal talento del piccolo Lukas. Era un bambino strano, aveva il cranio leggermente deforme e spostato verso l’alto a sinistra e aveva un occhio di un colore diverso dall’altro. Colori che, del resto, ogni giorno sembravano cambiare. Così, quella notte non riuscii a prendere sonno. Mi alzai dal letto, andai in bagno, mi specchiai per diversi minuti e tutto sembrava essere in ordine. Rimasi in bagno circa mezz’ora e dopo venticinque minuti tirai lo sciacquone nel tentativo di avvertire il segnale di una presenza di qualcos’altro a parte me. Quando uscii dal bagno per attraversare il buio corridoio, feci un salto in camera dei miei che dormivano come ghiri. Tornai nella mia camera e con la sensazione di essere osservato da qualcuno cercai di rimettermi a letto. Non c’era niente da fare. Mi resi conto che quella notte non avrei preso sonno. Così decisi di andare in cucina. Aprii il frigorifero e presi della zucca. Mi armai di coltello e cominciai a creare la mia personale zucca. Mi sentii ispirato. Avrei messo alla prova la mia creatività. Del resto, i miei compagni di classe mi avevano sempre incentivato e i miei genitori non avevano fatto altro che appoggiarmi nelle mie passeggere sfuriate artistiche nel disegno. Ora avrei messo alla prova il mio talento da design. Si fece l’alba del 1° novembre. E fu l’Halloween più prolifico di tutta la mia vita. Ce l’avevo fatta. Avevo realizzato la mia zucca. Poi, dopo l’alba, si fece giorno. Giunse l’ora della colazione. Avevo una strana sensazione in corpo e un vago senso di motilità smarrito. Avevo l’impressione di non potermi muovere. Di essere in balia di una forza più grande. Potevo vedere i miei genitori entrare in cucina per la consueta colazione, aprire il cassetto, estrarre il grande coltello e vibrarmelo contro con fare minaccioso. Ben disposto sul tavolo, potei ammirare anche l’arrivo di Lukas, senza il suo splendido capolavoro. Il grande coltello che mio padre teneva fra le mani, col pugno fermo, mi riportò alla mente tutti gli incubi di bambino. Lukas ghignava stavolta. Era diverso anche lui. Mia madre aveva fame, come mio padre. Volevano la mia zucca per colazione. Volevano me. Non potevo fare niente. Ero in balia della loro fame. Avrei voluto guardarmi per un ultima volta, scoprire la mia espressione, appurare la similitudine con quella del piccolo Lukas. Ma mio padre, come preso da un improvviso timore, passò il grande coltello tra le mani di Lukas che sogghignante si avvicinò per la speciale fenditura. Chiusi gli occhi. Non mi era possibile, ma ebbi la sensazione di averli chiusi per davvero. E zac! Taglio netto.

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