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Racconto: Il destino di essere Romeo

Creato il 01 novembre 2010 da Zetaman
Ci sono storie che hanno qualcosa in più, che superano la barriera del tempo, che diventano un simbolo; simbolo del sentimento più grande. L'amore.
La storia di Romeo e Giulietta è una queste.
Ma cosa direbbe oggi Romeo? Cosa penserebbe scoprendo il suo nome, la sua storia ripetersi all'infinito, prigioniero di un ruolo che l'amore ha fatto martire ma il teatro ha reso immortale?
Leggiamo i suoi pensieri nel racconto che Antonella Mecenero ha scritto per noi.
Non sono una maschera, non sono un archetipo.
Sono una persona precisa.
Sono nato a Verona, ho amato e per amore sono morto.
Il mio nome è Romeo.
Ogni sera sono condannato a ripetere i miei gesti, ripercorrere gli stessi atti.
Ho imparato lingue nuove, ma sono identiche le parole. Ogni sera amo, ogni sera muoio con uguale dolore.
Sono stato alto, basso, biondo, bruno, appassionato, succube, confuso e ribelle.
Cambiano i miei abiti, senza che io li possa scegliere.
Che cosa fa di me Romeo, quando io stesso insegno, ogni sera, che Romeo è solo un nome?
Dopo la festa, quando la balia la chiama ed io rimango un attimo solo, alzo lo sguardo e mi chiedo se quello sia sempre il cielo di Verona. Ma non c’è tempo per fermare il pensiero, incalzano gli atti e le parole; in un istante trovo Mercuzio morente e la storia mi trascina.
Quanto vorrei prendere una svolta diversa e perdermi per Verona!
Quando la battuta spetta a un altro, mi fermo e sogno… Un giorno di sole in cui ascolto il vento e gli uccelli. Li guardo posarsi sulla pietra corrosa dell’antico anfiteatro. Mi dicono che è rimasto nei secoli, come una corona arrugginita sul capo di un re deposto. Mi dicono che nelle notti d’estate si può sentirlo cantare di amori terribili, quasi come il mio. Mi sembra, a volte, di aver danzato in quell’anfiteatro, ma non so se sia ricordo o sogno perché io l’anfiteatro non l’ho mai visto.
Quando non sogno l’anfiteatro, sogno Giulietta.
La incontro e la perdo ogni sera, ma la sua essenza mi sfugge. È stata mille donne, per me, Giulietta, nel tempo.
Come vorrei afferrarla e scoprirne il colore preciso degli occhi. Poi fuggire, dimenticando le famiglie contrapposte, verso un finale diverso. Svegliarmi e trovare una Giulietta invecchiata al mio fianco. Costatare magari che il nostro amore è una foglia avvizzita che a stento tiene insieme due vecchi…
 … Il sogno svanisce mentre scopro il mio viso per questa sera.
Con esso ancora entrerò alla festa, la vedrò e sarò perduto.
Questo è il destino di essere Romeo, non essere nessuno perché tutti possano essere me.
IL DESTINO DI ESSERE ROMEO scritto da Antonella Mecenero

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