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RACCONTO: Il garibaldino (I parte)

Creato il 08 febbraio 2011 da Spaziokultura
Il generale è partito con i suoi mille uomini da Quarto qualche giorno fa e ancora nessuna notizia del suo sbarco. Le navi borboniche presidiano le coste del meridione già da tempo e forse l'eroe dei due mondi è stata individuato e catturato... I suoi uomini e i suoi equipaggiamenti non sono all'altezza dei borboni, ma se riescono ad oltrepassare il mare allora le cose cambierebbero... Il meridione deve affiancarlo, non può fare come con i fratelli Bandiera! L'unità d'Italia è l'unica ragione di queste battaglie, di queste morti e di questi sacrifici! Nicola più che ragionare parlava ad alta voce come se volesse convincersi delle sue affermazioni. Da almeno un decennio aspettava una mobilitazione di massa che toccasse anche le regioni del sud, ma  la I guerra d'indipendenza e tutto il resto avevano distratto i sentimenti patriottici di alcuni, mentre altri erano addirittura sordi a queste forti rivendicazioni indipendentiste. Lui no, era cresciuto a pane e Italia, aveva sentito della Costituzione prima concessa e poi cancellata, aveva visto piangere suo padre e suo nonno, ma non si era arreso. Voleva dare il suo contributo e magari morire per il tricolore. Voleva combattere con Garibaldi e ardere di rabbia contro gli ostacoli dell'Unità. Suo fratello dal letto in cui era costretto a causa di quella maledetta infenzione infantile lo incitava a guadagnarsi onore e gloria, lui voleva solo l'Italia! e per l'Italia sarebbe morto.Mentre era tutto preso dai suoi pensieri finalmente una buona notizia: un peschereccio era stato testimone dello sbarco dei mille a Marsala e adesso la notizia correva velocemente per tutto il sud. Nicola non aspettava altro. Era arrivato il suo momento. Ancora qualche altro giorno di pazienza e poi si sarebbe unito alle camicie rosse.

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