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Racconto: "L'ossessione del male" di Andrea Casella

Creato il 16 febbraio 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH

Racconto: Letteratura Horror propone un racconto scritto da Andrea Casella. Il racconto si chiama “L'ossessione del male”. Sarà possibile leggere un'anteprima del racconto qui sotto e, poi, scaricarlo gratuitamente nei formati pdf ed ePub. Inoltre, previa registrazione e login al sito (se sei già registrato solo login), sarà possibile votarlo e commentarlo.

L'OSSESSIONE DEL MALE

Posso dichiarare ormai con certezza e serenità che l’uomo non ha alcunché in comune con un Dio misericordioso che l'avrebbe creato a sua immagine e somiglianza.

La filosofia cristiana, e Dante con essa, ci ha fatto intendere che l'anima è originariamente orientata a perseguire il bene, e che se poi si rivolge al male, ciò è causato dall'esempio altrui (la mala condotta dantesca), poiché non è l'intima natura dell'uomo che sia corrotta a spingere al male, ma l'assenza di una guida che sappia condurre al bene. Ebbene, non c'è metodo di conoscenza più certo che lo scrutare dentro se stessi per saggiare la tenuta delle teorie generali. Dopo un'assidua frequentazione di me stesso, sono in grado di rifiutare quelle teorie, evidente frutto di superstizione medievale e ossequio religioso, per esporre la questione dal mio punto di vista: il male è la prima e più intima pulsione dell'uomo. Il piacere del male è un retaggio che ci portiamo dietro dalle età oscure delle caverne e corrisponde all'essenza della nostra natura animale, che l'educazione e la civiltà smussano in parte, ma mai completamente. Non sono forse i bambini (in cui l'istinto animale prevale ancora largamente sulla ragione) le creature umane più improntate alla cattiveria? L'esperienza ce lo dimostra: essi sono portati al litigio feroce fra di loro, e solo una forza ancora non sviluppata impedisce loro (e non sempre!) di ammazzarsi a vicenda. Essi catturano le farfalle, le ranocchie e quanti piccoli e indifesi esseri del creato esistono e li sottopongono alle torture più convenienti: infilzano le cavolaie su lunghi steli per constatare come esse battano disperatamente le ali per sottrarsi alla morsa dell'aguzzino, impalano le ranocchie su spiedi che poi conficcano nel terreno, godendo (novelli Vlad) del campetto di morte costituito da decine di quelle creaturine, che si divincolano invano, e rammaricandosi, nel godimento, che esse non possano manifestare con grida o gemiti di sofferenza il proprio dolore. [continua a leggere scaricando il racconto in formato ePub o pdf]

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