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Racconto: La nuova scuola (I parte)

Creato il 24 febbraio 2011 da Spaziokultura
- Sono il supplente di italiano - disse il nuovo arrivato al primo collaboratore scolastico che si trovò davanti. Erano mesi che non lavorava e dopo l'ultima supplenza aveva quasi perso le speranze. Un sistema di reclutamento da oleare e delle riforme poco dalla parte di studenti e docenti avevano reso tutto più complicato. Ogni anno aspettare un incarico era diventato una chimera e adesso pure qualche giorno di supplenza è una fortuna. Quando quella mattina era squillato il telefono e finalmente una scuola lo aveva chiamato stentava a crederci, ma si era subito organizzato per prendere servizio quello stesso giorno. Il paesino in cui si trovava la scuola era distante 70 chilometri ma da precario non si devono fare questi conti. Sbarcare il lunario e stare in classe sono i diktat da seguire!
Per fortuna poi la supplenza presa prevedeva l'orario intero senza quindi doversi spostare come negli anni passati da una scuola ad un'altra, magari anche con diversi chilometri da colmare. - Prego mi segua - rispose il collaboratore indicandogli di salire la scala.Prima di tutto doveva presentarsi al dirigente scolastico e poi fornire in segreteria tutti i dati per l'elaborazione del contratto. Aveva quasi perso l'abitudine a questa pratica, ma aveva a portata di mano tutto ciò che gli serviva. La nuova scuola aveva un aspetto non tanto confortante: zero parcheggi, struttura vecchia e almeno per quello che aveva potuto vedere aule strapiene di alunni. L'esperienza però gli suggeriva di non farsi influenzare da quella prima impressione. Già in passato si era sbagliato: la scuola si apprezza poco per volta!Salendo la scala il bidello come accade dappertutto gli chiese da dove provenisse e se avesse lavorato fino a quel momento. Anche il dialogo con i vari collaboratori sembra essere di prassi!Il dirigente in realtà era una lei che intenta com'era a controllare una pila di documenti si limitò a dargli il benvenuto e a sottolineare la necessità di avere polso:- professore non si faccia prendere la mano. I ragazzi quando vedono gente giovane di solito ne approfittano. Non li lasci fare. Poi fu la volta della segreteria. Tutte signore gentili e intente a svolgere meticolosamente il loro lavoro. Tre applicate su quattro erano anch'esse precarie. Capivano bene che cosa significasse aspettare una telefonata e una supplenza e per questo la loro disponibilità fu straordinaria. Firmati tutti i documenti il bidello gli indicò la sala dei professori. Lo accompagnò facendogli vedere dove fossero le aule, suggerendogli di annotarsi l'orario e soprattutto confessandogli che probabilmente la docente titolare non sarebbe rientrata almeno per un paio di mesi: non ne aveva la certezza ma gli confidò che si diceva che la professoressa Tavano fosse incinta. Quella poteva essere una buona prospettiva. Per il momento però dov'era il cassetto per visionare registro e programmazione?

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