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- Pubblicato Friday, 01 February 2013 16:27
LO SPECCHIOLa prima volta che lo vidi pensai che non avevo mai ricevuto un regalo simile per il mio compleanno. Mai. Quell’oggetto che per la maggior parte delle persone sarebbe stato indubbiamente ritenuto stupido e inutile e non avrebbe esitato nel riporlo tra le cose dimenticate e polverose, per me era un qualcosa di autentico e stupefacente. Me lo regalò mia mamma per il mio decimo compleanno e quando me lo porse, avvolto da una carta graziosa con dei piccoli aerei celesti che sembravano sorvolare cieli infiniti fatti di cose belle e regali preziosi, lo presi in mano e solo successivamente la abbraccia come si deve, perché a quell’età si è troppo curiosi e poco troppo educati a volte. Mi ricordo di averlo scartato con impazienza e una velocità incredibile, e quando me lo trovai davanti rimasi a bocca aperta. Mi fissava come se anche lui fosse contento di avermi trovato, di non essere finito in una qualsiasi altra casa e sul mobile di un altro tra i miliardi di bambini esistenti. Lo guardavo e allo stesso tempo guardavo me stesso perché il bello degli specchi è proprio questo, che puoi fissarli per tutto il giorno e contemporaneamente puoi vedere cosa c’è fuori e dentro di te, come una fonte in cui puoi sia specchiarti vedendo il meglio di te ma anche il peggio.Solo che in un ragazzino così piccolo non può esserci niente di brutto, così come non può essercene in un semplice oggetto di uso comune, utilizzato ogni giorno da tutti. Decisi di metterlo in camera mia, vicino al mio orsacchiotto preferito, quello con cui dormivo ogni notte perché pensavo mi avrebbe protetto dall’uomo nero e dalle cose che vivono sotto il letto. Mia madre, che ogni giorno entrava per dare una sistemata, sorrideva nel vederlo accanto a Hile 3, questo il nome dell’orsetto, chiamato cosi perché mi era caduto da un’altezza di trenta metri per tre volte, senza essersi rovinato in alcun modo. Era incredibile, per me era quasi una sorta di eroe, e poi a quell’età si ha la tendenza ad ingigantire ogni minima cosa e a vedere il mondo con occhi differenti da quelli dei grandi. [continua a leggere scaricando il racconto in formato ePub o pdf]
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