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Racconto: U seciaru (I parte)

Creato il 02 febbraio 2011 da Spaziokultura
Nel tempo mitico che  gli uomini amano ricordare ed evocare nostalgicamente, il mio piccolo paese era pieno zeppo di artigiani e mestieranti vari. Qualunque cosa si dovesse riparare o addirittura costruire c'era qualcuno a cui rivolgersi. In ogni piccolo centro  come il mio aleggiano ancora le gesta "du mastru" di turno che riusciva a fare di tutto. Durante la mia infanzia  ricordo chiaramente proprio vicino a casa mia che "u cumpari 'ntoni", per esempio,  realizzava i cesti intrecciando vimini mentre noi ragazzi lo ammiravano per la sua straordinaria abilità nel dare forma a quei teneri pezzi di legna. Oppure ricordo quando si attendeva l'arrivo "du carbunaru" per comprare i carboni che poi sarebbero serviti per alimentare i bracieri... e del braciere ricordo "a rota" che i miei nonni tutte le sere ritualmente predisponevano per potercelo piazzare in mezzo alla camera. In tutto il paese c'era un continuo rumore di attrezzi e il suono melodico delle voci di chi animava le viuzze con il proprio passaggio. Amavo ascoltare i motivetti e le storielle "e mastru Guglielmu" che mentre aggiustava le scarpe da buon calzolaio, si intratteneva e soprattutto intratteneva noi "da ruga" con le sue filastrocche sfottenti. Non c'era via e angolino in cui qualcuno non facesse "u sapune e casa". In questa fatica noi ragazzi eravamo completamente banditi, ma ci piaceva ugualmente osservare l'arte del girare e rigirare con il mestolo di legno la tinozza. Anche i miei nonni lo facevano e ricordo poi che in casa c'erano sempre pezzi di sapone almeno fino a quando non era programmato rifarlo. Gli odori poi erano tali che da un chilometro avresti capito cosa si stava facendo in quella via! Allora non mancava l'intraprendenza, allora non mancava la genuità! Chi aveva bisogno di un poco di prezzemolo andava dalla comare vicina di casa. "U cumpariciu" allora non si creava solo con battesimi e cresimi, ma era la quotidianità a fissarlo. In mezzo a tutto questo intraprendere mancava però qualcuno... un artigiano la cui arte serviva veramente... "u seciaru". 

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