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Radar antimigranti, il Pd in Sardegna “si spacca” sul tema

Creato il 11 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

Radar antisbarchi arriva il No del TarI radar costieri antimigranti sembrano essere uno dei temi principali della politica sarda in questa calda estate 2011. Antonello Cabras, senatore Pd dichiara: ”In riferimento ai problemi sollevati dalla programmata installazione di un sistema di radar per monitorare il mare territoriale della Sardegna sud occidentale e’ opportuno e utile precisare che le apparecchiature prescelte per svolgere il servizio sono di produzioni industriale corrente e impiegate in altri contesti . La loro pericolosita’ presunta non e’ mai stata dimostrata scientificamente e obiettivamente”.  Per Cabras i radar sarebbero necessari per difendere l’Europa dall’ipotetica “invasione di migranti”. Come è noto, a non volere i radar che  la Guardia di Finanza sta installando nelle coste occidentali della Sardegna, è propeio la popolazione locale che  da Sant’Antioco a Fluminimagiore a Tresnuraghes, a Sassari. protesta. E se il radar portasse dissidi anche all’interno del già fragile equilibrio del PD sardo? Cosi sembra dalle parole del  segretario regionale dei democratici della Sardegna Silvio Lai,  di parere completamente opposto rispetto a Cabras, sostiene Lai ”il Pd mobilitera’ i parlamentari sardi perche’ chiedano al Governo lo spostamento di questi radar e la rivisitazione della decisione”. Dello stesso parere del segretario regionale invece sembra essere il gruppo di parlamentari alla Camera ed infatti:  Caterina Pes, Guido Melis, Giampiero Scanu, Della Seta, Amalia Schirru, Palo Fadda, Giulio Calvisi, Antonello Soro e Siro Marrocu,  hanno presentato alla Camera e in Senato delle interrogazioni parlamentari in merito cosi si legge in una delle tante: ”I pericolosi radar anti-immigrati che il ministro Prestigiacomo ha fatto rimuovere dalla Sicilia andranno a deturpare alcuni degli angoli piu’ belli e suggestivi della Sardegna, e il tutto rischia di essere fatto con una procedura che non prevede, se non fino a dopo la costruzione, la verifica degli effetti collaterali in materia di inquinamento elettromagnetico. Questa militarizzazione forzata del territorio, fatta contro la volonta’ dei cittadini, e’ inaccettabile perche’ rischia di creare le ennesime servitu’ militari in Sardegna, scavalcando di fatto le tutele di aree che sono vincolate per il loro elevato valore ambientale, faunistico e paesaggistico”.

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