Recensione
- Fuzz Club
- Anno: 2015
Come un vorticoso movimento, un incedere martellante arriva la musica di 4 ragazzi olandesi di Eindhoven.
La loro creatura, strumentale, ossessiva, ipnotica, è come uno scorrere interminabile di lava infuocatae. A tratti maestosa e imperante essa evoca luoghi sconfinati e inesplorati come fossero galassie. E il nome che hanno scelto, Radar Men From The Moon, calza a pennello, tratto dall’omonimo film di fantascienza del 1952, arrivato da noi con il titolo “I conquistatori della luna”.
Ci fanno sapere che le loro influenze vanno dalla psichedelia allo space e al noise rock. Ma aggiungerei, visto il tipo di suono metallico che a tratti sprigionano, anche un pizzico di industrial.
Già attivi dal 2011, questo terzo disco si compone di 4 tracce più o meno lunghe, sfiorando anche i 12 minuti in una di esse, giusto il tempo per un viaggio nello spazio, nel loro spazio, fatto di oniriche visioni, pronti ad esplorare nuovi meandri della psiche umana, con il risultato di tornare con la mente più aperta o, addirittura, più confusa che mai.
TRACKLIST
1. Deconstruction
2. Habitual
3. Neon
4. Hacienda
LINE-UP
Glenn Peeters
Jan-Titus Verkuijlen
Tony Lathouwers
Niek Manders.