Un fruscìo un rumore costante tipo una zanzara ma con le ali più grandi, le frequenze basse di un motorino in lontananza, simile ad una stazione radio che non trasmette da anni ad una sega elettrica che taglia alberi secolari e bagnati, una lastra di carta vetro che struscia su un muro grigio e grezzo la gola di un uomo che resta paralizzata mentre si raschia la gola, insomma uno «sccccccccscccccc» costante e continuo, io ti dicevo che era una mia fissazione e che avevo paura di impazzire e tu per farmi contento dicevi che lo sentivi anche tu, che non dovevo preoccuparmi, che quel rumore, quel fruscìo, era il rumore di sottofondo del mondo, allora io ho controllato, sono fatto così non che non mi fidi di te, insomma ho fatto le mie ricerche e ho scoperto che quello che tu chiamavi sottofondo del mondo si chiama diversamente, si chiama «radiazione cosmica dell’universo» ma questo non ha importanza, però sai che da quando l’ho saputo, ecco volevo farti sapere che, in effetti, da quel giorno, io non lo sento più quel rumore e volevo ringraziarti.
Ma tu, invece, dimmi, lo senti ancora?
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