Radical Chic
e Seminatori di Odio
di Iannozzi Giuseppe aka King Lear
- Perché sei venuto?
- Un ordine è un ordine.
- Non saresti dovuto venire, ordine o non ordine.
- E’ partito dall’alto.
- Dai Radical Chic? Non fa differenza. Non è questo il tuo posto. Non lo è mai stato.
- Sono qui perché ho un compito da portare avanti, non posso disobbedire, c’è in ballo il mio onore.
- Non è un buon motivo. Devi andartene, subito.
- Non posso.
- Così mi costringi a usare la forza.
- Meglio subire la tua ira che quella dei Radical Chic.
- Perché ti hanno mandato? Per ingravidare il mio spirito con l’odioso seme di Gemini?
- E’ quello che loro vogliono.
- Lo so bene. Tanto tanto tempo fa hanno cercato di farmi entrare nel gruppo. Ho rifiutato. Ho sputato loro in faccia.
- E ti hanno dato all’esilio.
- Ti sbagli: io ho scelto di portarmi lontano dalle grinfie dei Radical Chic.
- Non ti sei però portato abbastanza lontano… prima o poi avranno il tuo scalpo.
- Non sarai tu a strapparmelo.
- Per loro sei un troll, un seminatore d’odio, null’altro che questo.
- E tu, che pensi?
- Io non penso, eseguo soltanto.
- Sai perché non sono entrato nei Radical Chic? Te lo dico in quattro e quattr’otto: perché sono fascisti e comunisti allo stesso tempo.
- Loro vogliono vendetta e l’avranno.
- Meglio se te ne vai.
- Non posso. Preferisco che sia tu a farmi fuori… Non posso tornare da loro a mani vuote, direbbero che sono un traditore.
- Sei venuto dunque a cercare la morte per mia mano. E’ divertente ma non troppo.
- Sono venuto perché mi è stato ordinato. Tenterò di prendere il tuo scalpo, anche se non ho nessuna possibilità.
- Sei un Morto-Che-Cammina, inutile girarci attorno.
- Non è detto.
- Adesso lo sei.
- Non ti ricordavo così duro.
- Il tempo cambia le persone.
- Quand’è così fammi fuori subito.
- Non soffrirai. Un colpo e tutto sarà finito.
- Spara.
- E così sia. Bang!