Radio x ... quasi a 5 s...

Da Emmagiulia

Bé, insomma, dovevo tornare, nonostante me ne siano capitate di tutti i colori e la voglia di scrivere fosse pari allo zero. Anche perché, a dir la verità, talvolta mi ritengo dotata del dono della preveggenza e quello che scrivevo pian piano si adattava a quello che mi capitava intorno.

Insomma, chi l'avrebbe mai detto che Berlusconi si ricandidasse e che riuscisse a entrare di nuovo in Parlamento? 

Chi l'avrebbe mai detto che un mondo di nerd superstar stesse arrivando in quel di Roma? A seguito di un guru che decide democraticamente sul proprio desktop e che parla tramite skype (gli devo dar atto che è stato il 1° a pubblicizzarlo in Italia).

Che poi anche il Vaticano fosse in crisi... nooooo... questo chi l'avrebbe mai detto. Detto poi da un fondamentalista come lo era stato Papa Ratzinger?!

Qui qualcosa non mi quadra. Io dico che c'entra la vanità in tutto questo o forse la presunzione di passare alla Storia, come succede ai protagonisti della mia storia, tutti mossi dalla bontà, propria (ribadisco "propria").

RADIO X

Riassunto degli episodi precedenti:In un ufficio ministeriale compare uno strano aggeggio. Niente paura, si tratta di una radio, danneggiata, perché trasmette - ahimé - sempre sulla stessa frequenza.Siamo negli anni '50 e in quell'ufficio ci lavora Maria. La donna, dopo aver ascoltato la musica della radio, esce dall'ufficio con buoni propositi. Vorrebbe cambiar vita e trovarsi un amore ma il destino si accanisce contro di lei. Proprio in quel momento un bambino sfugge alla madre e attraversa la strada senza accorgersi che una macchina sta arrivando. Maria vede tutto ed eroicamente si lancia sulla strada e salva il bambino. La macchina però la investe e Maria muore tragicamente. Passano gli anni e dentro quell'ufficio, siamo negli anni '70, ora ci lavora Mauro, avvocato ma destinato al momento ad essere impiegato come amministrativo. Anche lui un giorno si accorge della presenza di una radio, misteriosamente apparsa sopra uno schedario. L'accende, ma la radio sembra essere bloccata su un'unica frequenza che trasmette musica religiosa. Lo stesso giorno fa uno strano incontro: si scontra all'uscita con il portaborse di un ministro che sta portando un'importante lettera proprio al Presidente della Repubblica. A scriverla sarebbe stato un misterioso gruppo composto da tre personaggi strani. A capeggiarli c'è Roberto, il figlio di un fascista. Roberto decide che è giunto il momento buono per muoversi e decidono di andare a Tonezza. Roberto ha infatti in mente un piano, e grazie alle armi che trova nella casa di suo padre vuole...


 

Provò una gioia incontenibile. Perché ora i suoi piani potevano prender forma.

In fin dei conti aveva proprio bisogno di quelle armi.

Non era mica roba da nulla organizzare un sequestro, il sequestro del secolo.

L’aveva maturata pian piano questa idea, soprattutto da quando suo padre era morto. Voleva fare qualcosa in suo nome, nel nome del padre.

Ripercorreva l’immagine della marcia su Roma e si rivedeva a capeggiare quella rivoluzione che l’avrebbe portato al potere, a un colpo di Stato per governare finalmente quel paese disastrato, e poi ora la lotta si era fatta dura con quegli estremisti di sinistra che rivendicavano sempre più diritti senza rendersi conto che era contro natura curarsi di chi era destinato a soccombere. Certo, che questi andassero al potere a sostituire il partito comunista era solo un’utopia ma questo spostamento a sinistra della grande massa dei lavoratori e studenti avrebbe preoccupato chiunque. Questi non volevano manco lo stato sociale come in Inghilterra, volevano diritti a pieno titolo proprio come c’era scritto nella Costituzione. C’era la necessità che si contrastassero queste assurdità con azioni di forza da parte dello Stato, e già qualche avvenimento di stampo fascista o, forse, deriva autoritaria – qualcuno avrebbe detto -sembrava segnalare questa esigenza e Roberto raccoglieva questo messaggio subliminale.Quell’oro significava avere denaro liquido e poter così pagare anche qualcun altro, insieme a suoi due amici, per farlo aderire alla sua organizzazione e comprarsi delle armi muove, senza la necessità di ricorrere a pericolose rapine.

Dormì profondamente quella notte e sognò la sua vecchia Dolores che gli ballava davanti con il suo seno cadente ma con uno sguardo così eccitato che si svegliò con la sensazione di sentirla vicino, con tutta quella sua carne profumata di odori e umori di altri uomini. Sentì sul letto qualcuno e si svegliò improvvisamente, balzando seduto sul letto. Accese la luce.

Quel coglione del suo amico si era messo a dormire accanto a lui, senza infilarsi sotto le lenzuola ma rannicchiato su vecchie coperte.

Ritornò a dormire… in fin dei conti quel calore umano gli serviva per sentire meno la mancanza dell’altra.

La mattina si svegliarono tardi e si ritrovarono in una nera giornata montana, piena di pioggia. L’odore della natura però riusciva a penetrare le vecchie tapparelle. Avevano una fame incredibile, perché era dalla sera precedente che non mangiavano e l’ultima cosa che ricordavano era un cicchetto con delle tartine in un bar lungo la strada.

(CONTINUA)

P.S. le foto sono tratte dal web e non hanno alcuna attinenza con il racconto, frutto della mia fantasia.


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