Magazine Diario personale

Radiografia di un luglio in lettura

Creato il 31 luglio 2015 da Povna @povna

Fine del mese, compleanno di Harry Potter, e conclusione della prima metà delle vacanze (oh, sì, gli insegnanti ne fanno due mesi pieni e a chi dice il contrario non si creda, molto semplicemente; se mai, se si ha voglia, si provi ad ascoltare le ragioni per le quali questo possa essere anche giusto, che è altra cosa). La ‘povna ha passato le tre settimane dopo l’esame di Stato (che, sì, è stato lavoro, e pure intenso – ma pagato a parte, come qualsiasi impegno estivo, per esempio in commissione tosta, facoltativo pure, quello) a occuparsi di se stessa: con impegno, puntiglio e una certa acribia che quando vuole sa metterci – ed è una cosa che ogni tanto è necessaria. Ha visto amici (quando ne aveva voglia), è andata a scuola (quando doveva, anche se il lavoro di ufficio, dopo il risucchio psicofisico dell’esperienza in classe pare nulla, questo sì che va detto), è andata al mare, si è goduta la piccola città e soprattutto ha letto: tanto, voracemente, a perdifiato.
Così oggi, prima che agosto squaderni da domani un nuovo giro di treni, spostamenti, visite, prende spunto da lei, che lo fa mensilmente, e lascia qui l’elenco delle sue letture vagabonde per il venerdì del libro. Poiché però la recensione dettagliata di tutti quanti i volumi renderebbe l’elenco inutilmente farraginoso e lungo, si limita alla segnalazione breve, da giudizio fulminante. E approfitta per invitare gli amici che hanno voglia a unirsi, raccontando, qua sotto o anche in un post a parte, le loro letture di questo mese a volontà.

  • Alan Bradley, Un segreto per Flavia de Luce: nuova puntata, che vira verso lo spionaggio, ma è sempre piacevole, pur di essere consapevoli della convenzione di genere del patto di lettura.
  • Fred Vargas, Tempi glaciali: ritorno in grande stile per la signora del giallo francese, che dimostra come sempre perizia e intelligenza. Vale la pena che continui a divertirsi scrivendo a tempo perso e a fare di mestiere la storica. Per la politica, come già detto a suo tempo, molto meglio praticare l’anche no.
  • Jonathan Coe, Disaccordi imperfetti: raccolta di racconti che la ‘povna aveva già letto in lingua originale praticamente tutti. Ciò nonostante, vale la pena sempre, perché Coe è Coe (e la Prefazione che indica un nuovo progetto interconnesso a partire dalla chiusura del circolo – la ‘povna del resto lo aveva pure detto – vale da sola l’acquisto in italiano).
  • Elisabetta Belotti, Mi vuoi sposare?: di questo ha appena scritto, consiglia, approva e non ripete più.
  • Julian Barnes, Il pedante in cucina: anche di questo ha scritto a dovizia, e non può che consigliare.
  • Giorgio Fontana, Babele 56: réportage sull’integrazione/immigrazione a Milano nord, lungo la linea di via Padova – Fontana si conferma un grande, e questo piccolo saggio di antropologia contemporanea un capolavoro nel genere, per sguardo e per scrittura.
  • James Hilton, Goodbye Mr. Chips!: non c’è estate senza qualche classico scolastico. La ‘povna lo aveva indietro da tempo, pur avendo visto il film. E’ breve, intenso e perfetto. Ed è stata contenta di colmare finalmente la lacuna.
  • Christopher Morley, Kitty Foyle: questa è rilettura, nella nuova traduzione integrale della Elliot edizioni, benemerita. Morley è il tipico autore dimenticato, portato in Italia negli anni Trenta con la Medusa (ed Einaudi, lo tradusse Pavese, anche), riscoperto brevemente da Sellerio (ed Einaudi) nella modesta utopia degli anni Novanta, ogni tanto rispunta. Mai abbastanza, verrebbe da dire, per la qualità fulminante di capacità di osservazione e di scrittura.
  • Paola Maraone, Straziami ma di tofu saziami: l’unica consolazione è non aver pagato un euro per la lettura.
  • Giorgio Fontana, Buoni propositi per l’anno nuovo: è romanzo generazionale, va letto al momento giusto (quello del passaggio dei venti), ma la stoffa di esordio era buona come poi i vestiti successivi.
  • Storie di giovani maghi, a cura di Isaac Asimov et. al.: consigliato da lei,  è stata una rilettura in prospettiva scolastica. Alcuni racconti, come Strega d’aprile o Esame di ammissione, dicono chiaro e tondo che questa antologia è stata ben letta da J.K. Rowling; uno come Stevie e il buio rimanda invece a certe letture di King. Nel complesso, la qualità è però difforme e non basta l’intelligente introduzione di Asimov a giustificare del tutto quello che resta soprattutto operazione editoriale.
  • Camilla Läckberg, La sirena: scrive per frasi fatte e luoghi comuni; la struttura narrativa non varia da circa cinque puntate; il gusto per il morboso è sempre più eccessivo e inutile; la trama poliziesca si capisce per lo meno, sempre, a tre quarti (e questa volta persino dopo appena 30 pagine, con una ovvietà davvero imbarazzante); eppure, nonostante tutto questo, ogni tanto, durante le vacanze, una Camilla Lackberg, inspiegabilmente, ci sta bene. Da leggere rigorosamente senza investimento di denaro, però.
  • Giovanni Mosca, Ricordi di scuola: datato e insieme attuale: vale sempre il piacere di una rilettura.
  • Margherita Oggero, La ragazza di fronte: consapevolmente mélo, ma ben costruito. E raccontato con le parole di qualcuno che, vivaddio, le conosce e le sa usare.

Su questo, si chiude il suo luglio. Per agosto, si vedrà, intanto, il primo libro del mese si annuncia la riscoperta del grande classico British che come ogni estate cerca. Ma di questo, se mai, a una prossima puntata.


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