Raffaella Masciadri in esclusiva a Basketcaffe.com: “Nulla è impossibile per la nostra Nazionale”

Creato il 11 aprile 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

La stagione del campionato femminile di Serie A è arrivata nel periodo caldo, entrando nei playoff. Tra qualche mese, inoltre, un impegno importante sarà anche quello che dovrà affrontare la nostra Nazionale azzurra negli Europei in Francia. In entrambe le occasioni una delle protagoniste assolute sarà Raffaella Masciadri, capitano delle azzurre e del Famila Schio, squadra che ha tenuto alta la bandiera italiana anche nelle Final Eight di Eurolega. L’abbiamo intervistata in esclusiva per farci raccontare le sue impressioni sulla stagione di serie A, sull’avventura europea e su quello che potrà essere l’Europeo.

Avete vinto la regular season, siete rimaste imbattute davanti al vostro pubblico e avete vinto la Coppa Italia. Ci sono tutti i presupposti per riscattarsi dalla delusione dello Scudetto perso lo scorso anno?

Certo i presupposti ci sono ma bisogna vincere sul campo e non è sempre facile! Sulla carta siamo la squadra più accreditata allo scudetto, ma l’esperienza mi ha insegnato che non si vince solo con i nomi ma appunto con umiltà, sacrificio e spirito di squadra. Tutte caratteristiche che ogni giocatrice deve mettere sul parquet insieme al proprio talento, sempre però al servizio del collettivo.”

Taranto nelle ultime stagioni è stata la vostra principale avversaria. Quest’anno al secondo posto ha chiuso Lucca, che avete sconfitto in finale di Coppa Italia. Chi pensi possa essere la squadra più pericolosa?

Sia Lucca che Parma e Umbertide sono sullo stesso nostro piano per la corsa allo scudetto. Ogni squadra ha un punto forte a suo favore: Lucca l’estremo agonismo che mette in campo, Parma l’esperienza di giocatrici come Zara, Franchini e Harmon e Umbertide la freschezza e la spontaneità delle giovani. Non so dire quale squadra possa essere più forte se non quella che nel momento decisivo avrà maggiore voglia di vincere lo scudetto.

Sei a Schio dalla stagione 2004/2005, hai vinto 4 Scudetti con questa maglia e sei diventata una delle leader della squadra. Com’è il tuo rapporto con la città, la società e i tifosi? Ormai ti senti una Veneta anche tu?

Si gli anni passano veloci e se penso che sono arrivata qui a 24 anni e ora ne ho 32… mi vengono i brividi!!! A parte questo fin dal primo giorno si è creato un feeling speciale con la società, con il Presidente Cestaro (che non finirò mai di ringraziare) e con i tifosi! Sono persone uniche con tanta passione per questo sport. Hanno atteso anni la conquista dello scudetto quindi è stato logico che avendo vinto il primo proprio in coincidenza con il mio arrivo in squadra ci ha legati in maniera indissolubile!!! Mi posso considerare Veneta perché ho preso la residenza qui anche se le mie origini lombarde-brianzole-comasche resteranno sempre in me.

Passiamo all’avventura europea.

Qualificarsi per le Final Eight di Eurolega è stato un ottimo risultato, raggiunto anche lo scorso anno, cosa non è funzionato poi nel girone? Troppo forti le avversarie? Le squadre russe e quelle turche hanno dei budget troppo più alti per poter competere? Oppure c’è un po’ di rammarico per aver lottato fino alla fine in almeno due partite senza essere riuscite a vincerle?

Diciamo che si poteva fare meglio in quanto a risultato, anche se il livello delle finali è stato naturalmente alto. Lo Spartak di quest’anno era alla nostra portata; infatti se fossimo riuscite a vincere la prima partita contro di loro di sicuro avremmo avuto più energie ed entusiasmo per il proseguo nel girone. Contro il Fenerbahce obiettivamente non si poteva fare di più, anche perché contro squadroni come il loro bisogna giocare la partita perfetta per 40 minuti dal punto di vista tecnico e dell’intensita. E purtroppo in queste finali alcune nostre giocatrici non erano al top fisicamente e l’amalgama di squadra non era quella che ci aveva contraddistinto nella prima fase dell’Eurolega, forse anche a causa di un certo appagamento da parte di alcune per aver raggiunto per il secondo anno di fila le Final 8. Nonostante tutto abbiamo avuto una grossa chance per passare nell’ultima partita contro Bourges ma la loro tenacia è stata superiore e non c’è stato nulla da fare. Loro certo si sono dimostrate poi la sorpresa delle finali conquistando meritatamente il 3 posto finale. Ed Ekaterinburg ha stra meritato di vincere e il risultato finale contro Fenerbahce l’ha dimostrato.

Cosa vi lascia questa esperienza? Carica per vincere il campionato e riprovarci l’anno prossimo?

Sì assolutamente… tanta carica anche se nelle ore successive all’eliminazione c’è stata anche tanta rabbia! Ma chi fa sport a livello agonistico deve essere subito pronto a riscattarsi e ad usare le sconfitte come insegnamento e come spinta per fare meglio fin dalla partita successiva. In questo caso i playoff sono la nostra immediata vendetta! Poi in campo Europeo ci ripenseremo l’anno prossimo, consce di poter raggiungere traguardi sempre più alti.

Avete affrontato grandissime giocatrici, una su tutte Candace Parker, ritenuta da molti la più forte giocatrice del Mondo al momento? Che impressione ti sei fatta? E che differenze ci sono tra il basket europeo e quello della WNBA dove hai giocato diverse stagioni?

In questo momento Candace Parker è senza dubbio la giocatrice più forte e più completa del mondo! Può giocare in tutti i ruoli, dal playmaker al pivot perché il suo talento e le sue capacità tecniche sono immense e sembra le venga tutto naturale! Poi se aggiungiamo che schiaccia… insomma non ci sono parole! Io ho avuto la fortuna di giocare insieme a lei nelle Sparks e di farle l’assist per la sua prima schiacciata in WNBA, quindi la ammiro da sempre. È inoltre una splendida persona, sempre disponibile e aperta ai consigli. Caratteristica questa molto rara tra le straniere, che spesso pensano solo a se stesse e basta.
Come differenze tra il basket europeo e quello americano dico che la fisicità è ciò che contraddistingue i due campionati. In WNBA ti trovi a confrontarti con giocatrici molto “fisicate” in quanto si lavora molto in sala pesi. Non solo come prevenzione agli infortuni ma anche come potenziamento. Del resto si giocano molte partite quindi bisogna essere sempre al top della forma per evitare infortuni; dal punto di vista tecnico non ho notato molte differenze se non che in Europa si lavora meglio sui particolari dei movimenti sia offensivi che difensivi. Certo questo è anche dovuto dal fatto che la stagione in Europa dura 8/10 mesi rispetto a quella della WNBA che ne dura solo 4/5
.”

Chiudiamo con la Nazionale.

A giugno vi attende EuroBasket 2013, inserite in un girone di ferro con Spagna, Russia e Svezia. Sarà dura, ma dopo non esserci state nel 2011 ci sarà voglia di dare il massimo?

Viste le vittorie ottenute l’anno scorso nel girone di qualificazione, ci presentiamo in Francia con una grande carica consce delle nostre capacità e del valore delle avversarie. Certamente il nostro girone non è dei più facili ma l’estate scorsa abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutte le squadre. La partita decisiva sara già la prima contro la Svezia che nelle qualificazioni ha sorpreso tutti battendo per ben 2 volte la quotata Spagna! Le altre 2 partite saranno da giocare: certo forse più “abbordabile” la Spagna mentre la Russia la vedo un gradino sopra a noi. Fisicamente peccheremo come sempre sotto canestro; ma cercheremo di sfruttare in positivo questo aspetto giocando in velocità con tutte e 5 le giocatrici e difendendo aggressive a tutto campo. Insomma cercheremo di far stancare le avversarie il più possibile! Come obiettivo primario metterei il passaggio del girone, poi tutto può succedere… la parola d’ordine di questa nazionale è che ‘Nulla è impossibile‘, quindi anche il podio!


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