locandina della mostra a Vicenza
17 DICEMBRE – Se c’è un errore che spesso si ripete, è quello di non prestare attenzione ai particolari: ai titoli di coda alla fine di un film, alle note del redattore o del traduttore nei libri, alle frasi che seguono gli asterischi nei menù dei ristoranti, nelle clausole e nei documenti. Leggendoli, si sa, scopriremmo informazioni e aneddoti interessanti, eppure spesso è la pigrizia che vince sulla curiosità.
Anche in questo caso, nel leggere il titolo della mostra, personalmente ho posto poca attenzione al sottotitolo che segue i due grandi nomi della pittura, ma è proprio in quella frase che è riposto il senso dell’esposizione artistica. “Raffaello verso Picasso – Storie di sguardi, volti e figure” è un titolo che attira tutta l’attenzione del fruitore sulle prime parole che lo compongono, sui nomi di questi due geni della pittura. Non è un caso, perché ovviamente così facendo si otterrà la massima attenzione da parte di tutti, anche quelli meno avvezzi all’arte e alle mostre; un titolo che colpisce tutti i target e li trasforma in potenziali visitatori della mostra.
“Raffaello verso Picasso” in sé non dice nulla; ci suggerisce un percorso, un viaggio attraverso gli stili pittorici e le epoche storiche. Ma non si distingue il fil rouge che unisce i due artisti, così lontani tra loro eppure, in questo caso, così vicini. È lo specchietto per le allodole, è l’accento che attira l’attenzione.“Storie di sguardi, volti e figure” è un poetico indizio che illumina il percorso scelto, è la nota giusta che ci invoglia ad approfondire l’informazione, sono le quattro parole che danno il significato all’incipit e che hanno acceso la mia curiosità.
A ben pensarci l’arte pittorica è costellata di ritratti, di figure umane, di volti; uno dei suoi scopi, soprattutto in passato, era proprio quello di immortalare, di tramandare un evento, una persona o un luogo nella memoria delle generazioni future. I ritratti, che fossero stati commissionati per sottolineare il potere personale o semplicemente per lasciare un segno nello scorrere del tempo, sono sempre stati disegnati e dipinti. Quanti ne abbiamo visti sui libri di arte, nei musei, nelle case private; ma forse poche volte ci si sofferma ad analizzare nella giusta maniera sguardi, volti e figure di un’opera d’arte.La mostra in questione rappresenta una valida occasione per approfondire la comprensione dei sentimenti e dei simboli celati oltre lo sguardo fissato su una tela; “Questa mostra non è in alcun modo una storia del ritratto, anche se il ritratto dipinto ne costituisce l’elemento cardine e centrale. (…) E’ invece il racconto dello sguardo. Dei molti sguardi che ho incontrato studiando la pittura. Da quelli abitati dallo spirito divino di Fra’ Angelico, fino a quelli, ciechi e pieni di corpo esposto, di Francis Bacon.”(Marco Goldin, Prologo in forma di (quasi) privata confessione; dal catalogo della mostra, ed. Linea d’Ombra).
Inaugurata il 6 ottobre di quest’anno, la mostra terminerà il 20 gennaio 2013 ed è ospitata dalla bellissima Basilica Palladiana, prima opera pubblica di Andrea Palladio che sorge sulla centrale Piazza dei Signori, fresca di restauro che l’ha restituita ai cittadini proprio il giorno dell’inaugurazione della mostra. L’esposizione si sviluppata attraverso quattro sezioni tematiche, composte in totale da oltre ottanta quadri, dal Quattrocento fino al Novecento, in un susseguirsi di artisti, soggetti, sentimenti e sguardi che tracciano il lungo percorso e coinvolgono lo spettatore durante la visita.
Il tragitto da Raffaello a Picasso ha inizio dalla sezione Il sentimento religioso. La grazia e l’estasi, quella che ci racconta degli animi e delle emozioni legate al tema religioso, dei personaggi che hanno dato vita a episodi sacri; Beato Angelico, Mantegna, Bellini, Tintoretto, El Greco sono alcuni tra gli autori di questi dipinti. La seconda sezione, La nobiltà del ritratto ci racconta invece dei personaggi che hanno avuto visibilità nella vita politica e sociale dei paesi natii; regnanti delle più nobili casate europee, personalità di spicco in campo economico e politico. Artefici del passaggio d’epoca e di stile, tra gli altri, Tiziano, Velazquez, Rubens, Van Dyck e Tiepolo.Si volta di nuovo pagina e nell’area successiva, Il ritratto quotidiano”incontriamo gli sguardi sinceri e spontanei delle persone comuni, colte nei gesti di una quotidianità che ci appare quasi speciale attraverso le tele degli impressionisti francesi (Renoir, Degas, Monet e Manet), oltre a quelle di Pontormo, Goya e Courbet. Infine ci si addentra nell’ultima sezione, Il Novecento. Lo sguardo Inquieto ovvero la fase pittorica che segna la rottura lasciando il passo all’evoluzione e alla rivoluzione artistica che porta la firma di artisti quali Van Gogh, Munch, Modigliani, Giacometti, Bacon, Picasso, Balthus, Wyeth e Lopez Garcia.
Le storie più belle le raccontano le persone, comuni e non, con le loro vite e il loro vissuto, e noi che ascoltiamo queste storie possiamo trarre particolari che impreziosiscono il racconto attraverso i loro sguardi, le loro espressioni. È quello che accade durante la visita di questa mostra; il particolare ci mostra l’insieme e non è sola pittura, non è solo arte, ma è la narrazione di una società umana che attraverso l’espressione artistica, nei secoli, si è descritta e ha raccontato il suo divenire, i suoi personaggi, i suoi sentimenti. Questi sguardi, questi occhi che ci fanno leggere emozioni e stati d’animo, ci attraggono e ci trasportano in un mondo passato ma presente perché immortalato sulle tele, in un melange di stili, epoche e artisti.
Marta Cicolla
Per info: www.lineadombra.it; www.basilicapalladiana.it