E’ in vigore da oggi l’aumento dei prezzi di alcuni beni di consumo, a cominciare dal carburante, decretato dal governo nei giorni scorsi.
Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Mena.
Le sigarette locali costano 2,75 lire egiziane invece di 1,75 (da 0,18 a 0,28 euro), raddoppia il prezzo di quelle importate mentre la tassa sulla birra aumenta del 200% e quella sul vino del 150%.
Ma il rincaro più temuto, che potrebbe produrre aumenti a catena su numerosi beni di prima necessità, è quello del carburante, dopo la decisione dell’esecutivo di “diminuire drasticamente le sovvenzioni dello Stato”, che ogni anno assorbe il 30% del bilancio pubblico nazionale.
Un annuncio accolto dal malcontento di trasportatori e tassisti, nel paese dove il prezzo della benzina è tra i più bassi al mondo.
Il governatore del Cairo ha assicurato che il prezzo dei trasporti pubblici non subirà alcuna variazione e ha chiesto a chi lavora nel settore di non scioperare.
Si teme l’avvio di una spirale inflazionistica a causa della totale assenza, per ora, di un meccanismo di controllo dei prezzi.
Le autorità hanno anche varato un aumento delle tasse sui redditi e un graduale rincaro dell’energia elettrica nei prossimi cinque anni.
Si tenga presente che circa la metà della popolazione egiziana vive con un reddito, che è al di sotto della soglia di povertà.
Quanto sta per accadere nel Paese era comunque prevedibile e le promesse elettorali si sapeva chiaramente che si sarebbero incanalate a danno delle classi meno abbienti.
C’è da sperare solo che si riesca a mantenere calma la piazza e che la situazione non degeneri.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)