Raffronto tra l’olivicoltura dell’Australia e quella del Salento leccese
In questa nota farò il raffronto tra l’olivicoltura che si sta affermando in Australia e quella del Salento leccese. E’ importante sapere che tipo di olio d’oliva si produce nei paesi che fanno la concorrenza all’olio d’oliva prodotto nel Salento leccese al fine di stabilire quale prodotto può affermarsi per ottenere il rilancio dell’attività economica che ha fatto nei secoli scorsi la ricchezza della terra tra i due mari tanto da coniare per l’olio il termine di “Oro del Salento”.
L’olivicoltura australiana
Anche grazie al successo della dieta mediterranea e ai numerosi abitanti di origine italiana, l’olio sta entrando sempre più nei consumi degli australiani. E’ per questo che in Australia, oltre a importare olio soprattutto da Spagna e Italia, dai primi anni novanta vengono piantati circa mezzo milione di olivi ogni anno. Sempre in Australia esiste quella che si può definire la più vasta tenuta olivicola, monopadronale (appartenente ad un unico proprietario), del mondo, con oltre mezzo milione di piante di olivo.
Quanti alberi di olivo ci sono in Australia?
L’olivicoltura australiana è appena nata ma è fatta da professionisti motivati, molto aiutati dalle istituzioni e dalla ricerca. Il nuovo olio prodotto non serve a soddisfare solo al mercato nazionale. Riferisce Lamberto Baccioni in un convegno a Bari che in soli 7mila ettari ci sono 7milioni di piante e 14 varietà.
L’ambasciata Australiana in Italia riferisce che in base alle attuali stime relative all’industria australiana delle olive, in Australia vengono coltivati circa 10 milioni di olivi su oltre 30.000 ettari di terreno per un totale di circa 800 oliveti. Si stima che la produzione di due regioni in particolare, il centro nord dello stato del Victoria e la zona a nord di Perth, nel Western Australia, copra oltre il 70% dell’attuale produzione australiana.
Gli alberi di olivo in Australia sono a una distanza di 4 metri uno dall’altro su file distanti 6 o 7 metri che significa una densità di 350 – 400 alberi per ettaro.
Come viene effettuata la raccolta delle olive in Australia?
Le olive vengono raccolte con l’utilizzo delle macchine, specificamente con il particolare sistema ad aspo oscillante libero di ruotare sulla vegetazione che è stato adottato nei nuovi macchinari per la raccolta in continuo laterale e nelle grandi macchine di raccolta delle olive come la imponente Colossus con 38 tonnellate di peso. Questa macchina lavora alla velocità di 3,5 chilometri all’ora e raccoglie le olive da due piante in un minuto! Sono delle scavallatrici alte dai 4 ai 4,5 metri e larghe circa 2 metri per il loro utilizzo nella raccolta dell’oliveto servono due operatori. L’ultima prova a cui si è avuto modo di assistere si è svolta tra Veneto e Lombardia, su impianti giovani, di 3-4 anni e hanno mostrato risultati con una quantità di prodotto raccolto intorno al 75% e una produzione oraria di 45-50 quintali di olive.
La trasformazione delle olive in olio in Australia
Queste olive vengono subito trasportate e immesse in 3 linee di lavorazione della capacità di 3 tonnellate l’ora. Il costo dell’olio d’oliva australiano ottenuto in questo modo è di circa 1,50 EURO al chilo! L’olio australiano viene venduto a 11 euro il litro in contenitori Bag-in-Box da 3 litri. I contenitori Bag-in-Box sono un imballo ecologicamente ed economicamente competitivo in confronto ai contenitori in plastica o metallo. Il riciclaggio è semplice ed il volume del materiale residuo è molto ridotto.
Bag-in-Box è inoltre particolarmente adatto all'olio d'oliva, in quanto assicura che nessuna delle qualità originarie del prodotto vengano intaccate dall'aria o dalla luce.
I dati del Coi dicono che da quegli oliveti australiani si sono ottenuti nella campagna 2010 circa 18mila tonnellate di olio che sono lo 0,62% di quella mondiale. La produzione australiana potrebbe trovare spazio sulle tavole di molti nuovi mercati, come quelli nord-americani e giapponesi.
Premio BIOL all’olio d’oliva australiano (Newsletter Ambasciata Australia a Roma speciale edizione agroalimentare dicembre 2011)
L’azienda Kailis Organic Olive Groves ha ottenuto due riconoscimenti per il suo olio d’oliva biologico al concorso italiano Premio BIOL, un evento annuale che premia i migliori olii extravergine biologici fra quelli provenienti da tutto il mondo. Gli olii d’oliva vengono giudicati da una giuria internazionale ed in base ai risultati di un’analisi dei parametri chimici. Al Premio partecipano molti produttori olivicoli e cooperative internazionali. Kailis Organic Olive Groves ha la sua sede nel Western Australia ed ha vinto molti premi australiani ed internazionali. Ha buone probabilità il prossimo anno di diventare il maggiore produttore di olio d’oliva biologico al mondo.
La tenuta di Monini a Hillstone (NSW) in Australia. (Newsletter Ambasciata Australia a Roma speciale edizione agroalimentare dicembre 2011)
La famiglia Monini produce da tre generazioni olio extra vergine di qualità e a fine agosto la società ha prodotto una edizione limitata di olio extra vergine dalle piantagioni australiane Monini di Hillstone, a 600 km da Sidney. “il Primissimo”, distribuito in esclusiva da Esselunga, è stato il primo olio extra vergine d’oliva franto nel 2011, sfruttando l’inverno australe di giugno e la raccolta delle olive, che in Australia si svolge dal mese di aprile. L’olio australiano ha tutta la qualità e l’eccellenza delle migliori varietà umbre di olive Frantoio, Leccino e Pendolino, che nel 2004 hanno dato inizio alla storia de “il Primissimo” Monini, quando dopo un lungo viaggio dall’Italia, i giovani ulivi hanno trovato casa in Australia. “il Primissimo” ha un sapore fresco, erbaceo intenso, floreale, con sentore di mela e sfondo di mandorla, leggermente amaro e pungente, con un odore intenso, complesso ed elegante.
L’olivicoltura del Salento leccese
L’olivicoltura del Salento leccese con i suoi alberi secolari prevalentemente delle varietà ogliarola leccese e cellina di Nardò. Bellissima vero? Un albero d’olivo è distante dieci metri dall’altro albero d’olivo e quindi ci sono circa 100 alberi d’olivo per ettaro. Sono circa 90mila gli ettari della foresta degli ulivi e quindi siamo in presenza di circa 9milioni di alberi! I proprietari del Paesaggio rurale sono circa 250mila e quindi sono davvero tantissimi i proprietari di 30 o 50 alberi di olivo sino ad arrivare a 100 alberi. Insomma la maggioranza dei proprietari possiedono un piccolo pezzetto di paesaggio rurale del Salento leccese con al massimo 100 alberi di olivo. Questa situazione rende possibile una meccanizzazione fatta con agevolatori abbacchiatori, ganci scuotitori ecc. che possono essere utilizzati su olivi alti 4 metri o al massimo 4 metri e mezzo. Inoltre in questa situazione la resa di un raccoglitore in condizioni ottimali arriva come ho già avuto modo di scrivere a 90 chili di olive l’ora. Che fare per raccogliere 90 chili l’ora di olive ogliarole leccesi e celline di Nardò? http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2011/12/che-fare-per-raccogliere-90-chili-lora.html
Sarebbe interessante applicare una ristrutturazione degli olivi portandoli ad un’altezza di 4 metri utilizzando le potatrici meccaniche per poter utilizzare le scavallatrici alte come già scritto dai 4 ai 4,5 metri e larghe circa 2 metri. Questa macchina potrebbe essere acquistata da una cooperativa o un consorzio che curerebbe la raccolta delle olive dagli alberi secolari. I risultati con una quantità di prodotto raccolto intorno al 75% e una produzione oraria di 45-50 quintali di olive darebbero un toccasana per i nostri insostenibili costi di produzione.
Conclusioni
Da quanto ho esposto risulta chiaro che l’olio extra vergine di oliva, ovvero quello commercializzato oggi nella grande distribuzione organizzata a 3,50 euro al litro, può proporre questo prezzo competitivo provenendo da olivicolture strutturate come quella dell’Australia che, a quei prezzi, danno un olio d’oliva extra vergine assolutamente ordinario. Ecco che appare evidente che l’unico olio che può essere prodotto dall’olivicoltura degli olivi secolari del Salento leccese di varietà ogliarola leccese e cellina di Nardò è quello d’eccellenza che, grazie alle sue caratteristiche uniche al mondo, ha un vero e proprio monopolio nel mercato mondiale dell’olio d’oliva.
Di questo argomento tratterò nei miei prossimi scritti.
di Antonio Bruno
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