Ne ho sentite tante in questi due giorni da provare un senso di nausea: insulti irripetibili all’indirizzo delle due giovani finalmente tornate a casa e poi i soliti “se la sono cercata” e le frasi fatte della serie “se volevano fare volontariato potevano farlo in Italia dove c’è tanto bisogno” e via di questo passo.
Sono parole pesanti che riescono ad avvelenare anche i momenti di gioia legittima dei parenti e degli amici per il loro ritorno.
Anche ammesso che sia stato pagato un riscatto che cosa avremmo dovuto fare? Avremmo dovuto lasciarle in mano ai rapitori? Con quali conseguenze?
La cosa che mi sconcerta di più è che in questo caso molti evidenziano un rigore che, in altre occasioni, è a dir poco latitante.
Siamo un paese nel quale chi evade milioni di euro è un furbo degno di ammirazione, dove calciatori e cantanti sono strapagati e, magari, spostano il domicilio fiscale in un paese più conciliante, ma in questi casi non ci scandalizziamo, ci scandalizziamo però se (e sottolineo se) è stato pagato un riscatto per liberare due volontarie (e sottolineo volontarie).
Dovremmo solo provare sollievo perchè due giovani vite sono state salvate.