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Ragionamento non richiesto sulla televisione generalista in Italia

Creato il 06 novembre 2010 da Stepianii
Ragionamento non richiesto sulla televisione generalista in Italia
Tra le preoccupazioni delle reti e dei produttori televisivi italiani, quella di non offendere nessuno occupa una posizione di alta classifica.Per tre stagioni sono stato lo story editor di "Rex" e ho scoperto che esiste un apposito ufficio della polizia di stato che, quando in una serie sono presenti dei poliziotti, controlla le sceneggiature. Può succedere che questo ufficio chieda agli sceneggiatori di cambiare qualcosa che giudica lesivo per il buon nome della polizia: tagliare una scena, eliminare un personaggio o modificare qualche dialogo. Niente di scandaloso considerando che la polizia è importantissima durante le riprese: per fornire mezzi (auto, barche o elicotteri) e divise, per far chiudere una strada, ecc.Alla fine si tratta di qualche piccola concessione in cambio di un enorme aiuto: quale produttore non sacrificherebbe un po' della libertà del suo sceneggiatore per tutto questo?Poi ci sono il Moige e il Codacons, bestie nere di ogni rete. Non si sa mai quando e dove potranno colpire e questo tarpa le ali, oltre che alle reti nel momento in cui approvano una serie, anche agli sceneggiatori che la devono scrivere. Di recente il Moige si è lamentato per le scene di nudo in "Terra ribelle" e tre anni fa il mio "Rex" aveva subito le proteste del Codacons perché era diverso da quello originale.Ma non è solo questo: bisogna sempre stare attenti alle minoranze, ai vari localismi, alle sensibilità individuali, prestare orecchio alle esigenze della casalinga di Voghera - a tutt'oggi buona parte dello zoccolo duro di Rai 1 - e chi più ne ha più ne metta.Ci sono temi che non possono essere trattati: la pedofilia per esempio. E ce ne sono altri che viaggiano in libertà vigilata, tipo l'omosessualita o la violenza.In una televisione governata dalla pubblicità non si possono mandare in onda fiction troppo angoscianti o disturbanti: l'horror è bandito e un finale positivo è - quasi sempre - d'obbligo.Le necessità congiunte di fare ascolto, incamerare pubblicità e di non scontentare nessuno, spingono le reti a produrre sempre le medesime cose: serie familiari, feuilleton in costume, storie di papi e santi, gialli che nemmeno quelli della settimana enigmistica, storie vere zeppe di buoni sentimenti, biografie di personaggi famosi annacquati: fiction che non solo non sono lo specchio del paese reale, ma non lo sono di nulla se non di loro stesse.Le eccezioni a questa regola, negli ultimi anni, sono state solo due: "Il commissario Montalbano" e "L'ispettore Coliandro", ma solo perché avevano alle spalle due pesi massimi come Camilleri e Lucarelli.Date queste premesse chiedetevi ora quante delle serie televisive americane che vi piacciono potrebbero essere prodotte in Italia?E chiedetevi perché mai uno sceneggiatore dovrebbe proporre qualcosa di nuovo - ammesso che sia stato in grado anche solo di pensarlo - sapendo che, tanto, nessuno glielo metterà mai in produzione?

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