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Ragionando sui poveri scrittori distrutti dall'e-book

Creato il 07 maggio 2013 da Paciampi
Ragionando sui poveri scrittori distrutti dall'e-bookCredo che debba fare riflettere, e non poco, l'intervento che Scott Thurow ha pubblicato qualche giorno fa su Repubblica, col titolo Poveri scrittori distrutti dall'e-book.
Premesso che è sempre il punto di vista di un fortunatissimo autore di best-seller e che, negli Stati Uniti non so, ma in Italia certamente, il povero scrittore lo è comunque anche sulla carta, è importante che si cominci a sottolineare che non è tutto oro quello che luccica; che non c'è solo un problema di nostalgia per il caro vecchio libro; che l'ebook non minaccia solo il lavoro dei librai, ma anche degli stessi autori.
Non fosse altro che per la pirateria:
Se io mi mettessi all'angolo della strada e dicessi a a chi me lo chiede dove può andare per acquistare merce rubata, e in cambio di questa informazione percepissi un piccolo compenso, finirei in galera. Eppure, i motori di ricerca fanno la stessa cosa.
In realtà quella che è entrata in crisi è l'idea che una cultura letteraria variegata, creata da autori di cui devono essere difese le fonti di sostentamento, e di conseguenza l'indipendenza, rappresenta un elemento fondamentale per la democrazia.
E lo so che questo è un libro dei sogni, lo so che il discorso porterebbe lontano, però la domanda con cui conclude Scott Thurow bisognerebbe farcela un po' tutti:
Molte persone direbbero che questi cambiamenti sono semplicemente una naturale evoluzione del mercato e non vedrebbero problemi se gli autori fossero ridotti a scrivere solo per il piacere di farlo. Ma che razza di società sarebbe?

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