Lo so che siete in vacanza, se non con il fisico già con la mente.
Lo so che siete giovani e ve ne fottete delle seghe mentali delle persone più grandi che ancora hanno un retaggio mentale rigido, attento alle norme, legato all’educazione severa ricevuta in casa o all’idea valoriale che non tutto è concesso, che non tutto è legittimo.
Lo so che essere onesti e corretti è fuori moda e non paga, non nell’immediato.
Lo so che è un brutto momento, che esempi di correttezza se ne vedono pochi in giro, talmente pochi che sorge spontanea un po’ di nausea solo al sentirne parlare a sproposito.
Lo so che è più semplice pensare che si è nel giusto, che sono gli altri a sbagliare, che sono gli altri a mancarci di rispetto, che gli altri hanno senza grande sforzo tutto quello che a noi manca nonostante tutti i nostri sforzi…
Lo so che questa vita di marmellata non avrebbe davvero d’essere presa troppo sul serio, e che può capitarci il periodo nero in cui tutto va storto, oppure più che un periodo, una sorta di condanna alla sfiga che ti vien voglia di abbracciare il fucile e di farne fuori una cinquantina…(come succede che ogni tanto qualche bravo ragazzo si trasforma in giustiziere finendo poi per suicidarsi lui stesso)
Io lo so tutto questo, voi non dovete raccontarmelo, non avete bisogno di scuse, o di aprire libri mai letti per la semplice ragione che oggi si legge in volata, passando da un clic ad un altro clic svicolando nella rete…
Ma so anche che siete persone meravigliose piene di slanci e di sani progetti.
So che siete dei Lucignoli buoni, dei Pinocchi volenterosi, delle scarpe rotte pronte a mettersi a correre come saette…
E so che si è come lembi di fiori mandati in letargo.
E’ in letargo il mio cuore, obbligato a tacere i suoi sentimenti; è il letargo il mio spirito gioviale, obbligato a comprimere quello che non può essere manifestato; è in letargo la mia stessa vita, obbligata a percorrere corridoi sotterranei da dove di tanto in tanto filtra la luce dalle finestrelle aperte sulla valle.
Eppure anche questa è vita, anche questo è il mio modo d’amarti.
Ti amo col pensiero che non finge e che è libero d’essere se stesso; ti amo con la mia quotidianità che cerco di colmare di tutte quelle cose che da te non posso avere ma posso rimediare dagli altri, dal lavoro, dagli amici, dalla gente…
Ti amo perché penso che anche tu in qualche modo mi abbia amato e che anche tu in qualche modo continui a farlo…fino a che sarà possibile, fino a che questa cosa sopravviverà, fino a che conserverà la sua ragione…
Sono convinta che abbiamo fatto la cosa più giusta; sono convinta che ci sono cose che non possono essere infrante. Così come sono convinta che le cose che non possono finire non abbiano a interrompersi…ma con il tempo a risolversi.
Perdono i tuoi errori, quelli fatti per cecità, per debolezza, per fraintendimento.
Tu abbia la bontà di perdonare sempre i miei.
Amo la vita che non ho mai avuto ma che potrei realizzare.
Amo le persone che danno un senso al mio esistere.
Amo gli impegni che attendono solo noi per essere portati a termine.
Amo, credo, spero, soffro, vivo, piango quando nessuno mi vede, urlo quando nessuno mi sente, valuto senza pietà lo stato delle cose e degli esseri spesso infami e mortali…
E confido nel nuovo giorno, aldilà di ogni possibile pensiero, oltre ogni insopportabile silenzio…
Vomito addosso a chi vorrebbe infangare qualcosa che è nato puro e che si è conservato grazie all’intelligenza ed all’impegno di tutti, pulito.
Hanno già ricevuta la mia pallottola in pieno cervello.
Il mio disprezzo per queste creature non avrebbe parole adeguate e pronunciabili.
So solo che le loro carcasse sono già ridotte a sozzume e che nemmeno il letame potrebbe puzzare quanto loro maleodorano l’aria ed offendono il creato a cui non sono degni di appartenere…
Alta spazio nel cielo sgombro di nubi oggi che è luglio…
E ti aspetto, semplicemente.
O tu arriverai, oppure io morirò lasciando spazio a chi è più degno di me di vivere. Ecco tutto.
E alleluia, ben venga quel giorno. Non vedo l’ora.