Si chiude formalmente il mandato triennale dei vertici della Rai con il via libera dell'assemblea degli azionisti al bilancio relativo al 2014. Da oggi consiglio di amministrazione e direttore generale sono in regime di prorogatio e sulla tempistica del rinnovo regna l'incertezza. Non a caso l'assemblea, aggiornandosi per la nomina dei nuovi amministratori, non ha indicato alcuna data. Il premier punta ad avere il sì definitivo alla riforma entro luglio, per procedere alle nomine al rientro dalle vacanze estive, ma intanto continua a minacciare il ricorso alla legge Gasparri.
«Bisognerebbe fare la riforma entro luglio, se dobbiamo cambiare la governance, altrimenti andremo al rinnovo con la Gasparri - afferma Renzi a Rtv38 -. Quello che è importante è che nella riforma del sistema radiotelevisivo ci sia attenzione all'emittenza locale, che è un punto chiave». I parlamentari Pd stringono i tempi per arrivare al via libera del Senato entro fine giugno e inviare alla Camera un testo blindato da approvare in poche settimane. Per questo hanno chiesto e ottenuto dal presidente della Commissione Altero Matteoli, di Forza Italia, di avviare il dibattito sul disegno in legge in Commissione Comunicazioni al Senato già questa settimana, nonostante l'attività ridotta per la pausa legata alle imminenti elezioni amministrative. Mercoledì partirà infatti la discussione generale, dopo le audizioni che si sono concluse la scorsa settimana, con l'acquisizione dei pareri delle commissioni competenti sui vari progetti di legge presentati anche dalle altre forze politiche. In quella sede verrà inoltre definito il termine per la presentazione degli emendamenti, che presumibilmente sarà fissato dopo una settimana.
Il numero delle richieste di modifica sarà un'importante cartina di tornasole per verificare le intenzioni ostruzionistiche o meno di Forza Italia e Movimento 5 Stelle, che in questa prima fase hanno vigorosamente protestato contro modalità di nomina e poteri dell'amministratore delegato. I timori della maggioranza dem sono però soprattutto legati al comportamento dei senatori della minoranza, che potrebbero rendere l'iter più impervio. Il premier ha per il momento escluso il ricorso alla fiducia, assicurando che, in caso di stallo, si voterà con la Gasparri. Quel testo prevede che sia l'assemblea a nominare il cda. Gli azionisti (il Tesoro con il 99,56% e la Siae con lo 0,45%) hanno intanto approvato in prima convocazione il bilancio 2014 che si è chiuso con un utile netto di 47.863.000 di euro, prendendo atto del bilancio consolidato di gruppo con un utile netto pari a 57,9 milioni di euro.