«Sono 35 anni che l’assetto della Rai non viene modificato, mentre intorno le cose sono cambiate notevolmente». Partendo da questo presupposto il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, ha presentato alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, il nuovo piano di riforma dell’informazione di Viale Mazzini. Piano che, una volta a regime, nelle intenzioni del dg dovrebbe portare almeno al 20% di risparmi, pari a 100 milioni di euro e che, non immune da polemiche, ha l’obiettivo di raggiungere una maggiore efficienza, di rafforzare la leadership e l’autorevolezza dell’azienda, di evitare sprechi e duplicazioni per passare da un broadcast ad una media company.
Senza mettere da parte il pluralismo. «Tante persone in Rai fanno le stesse cose, anche con duplicazioni produttive che moltiplicano i costi», ha sottolineato il dg spiegando che «l’ammontare dei costi annui interni ed esterni per l’informazione nel 2013 è stato pari a 501 milioni». «Il nuovo contesto del mercato – ha ancora aggiunto – richiede una rimodulazione delle testate. Un miglioramento dell’efficienza aumenterebbe lo spettro delle tematiche trattate e libererebbe risorse».
Ma assicura il dg, i marchi storici non scompariranno, come non verrà meno il pluralismo, e non ci saranno tagli lineari come avvenuto fino al 2012. Il piano di riforma si struttura in due fasi: «la prima prevede la creazione di due newsroom giornalistiche – ha spiegato -. Da una parte Tg1, Tg2, Rai Parlamento e il lancio di un canale istituzionale, sull’esempio di BBC Parliament. Dall’altra il Tg3, Rainews 24 e Tgr. Nella seconda fase immaginiamo l’unificazione».
Per quanto riguarda i canali, Gubitosi delinea caratteristiche ben definite per ognuno: «Su Raiuno gli utenti troveranno una informazione più istituzionale, mentre su Raidue l’informazione sarà più orientata verso i giovani con sport, innovazione e cronaca internazionale. Su Raitre verrà invece offerta una informazione che riguarda più la società, la cultura e il territorio. Rainews dovrebbe invece essere il presidio dell’informazione notturna per tutte le reti», ha concluso.