Quanto al tema pubblicità e al suo peso specifico, Gubitosi osserva: «la Rai ha il canone più basso e più evaso d'Europa, nonostante vanti una maggiore offerta e anche un maggiore apprezzamento in termini di share. Queste, comunque, sono scelte che spettano all'azionista o al legislatore in attesa del rinnovo della Convenzione con lo Stato nel 2016: quello sarà il momento più opportuno per discutere sul modello di servizio pubblico. Nel frattempo, e mi permetto di parlare anche a nome della Presidente Anna Maria Tarantola, noi non ci faremo nè intimidire dalla politica nè condizionare dalla pubblicità».
Insomma sembra che la Rai in futuro baderà più alla qualità che agli ascolti? «Questa è la missione aziendale. Se riusciremo a fare programmi di qualità, non mi preoccuperò tanto di perdere ascolti. Certo è che dobbiamo abbandonare la strada di una certa produzione trash e riprendere quella della tradizione culturale: a cominciare dal teatro, a cui dedicheremo uno spazio particolare».
E Mission? «Non si tratta esattamente di fiction ma di social tv. E non ho difficoltà a dire che questa sarebbe una forma di censura preventiva, in contrasto con l'articolo 21 della Costituzione. per il momento 'Mission' è un programma che nessuno ha visto. nemmeno io! Perchè ancora non c'è materialmente: al montaggio, fra l'altro, parteciperà anche un esponente del commissariato Onu sui rifugiati. Prima di mandarlo in onda lo visioneremo attentamente e poi sarà il pubblico a giudicare».
Detto questo, «rispetto le istituzioni e tutti i parlamentari, ma trovo incredibile che faccia parte di questa Commissione un senatore (Maurizio Rossi di Scelta Civica, ndr) che è proprietario di un tv privata; è in palese conflitto di interessi ciononostante chiede alla Rai i contratti, i compensi e i dati sensibili che impattano sulla concorrenza».
Ma anche dall'Autorità di Garanzia sulle Comunicazioni sono arrivati esposti: «Qui vedo una deriva pericolosa. E lo dico sempre con il massimo rispetto per le persone e per i ruoli. L'onorevole Renato Brunetta, per esempio, ha presentato all'Agcom un esposto contro 'Che tempo che fà per contestare la presenza di troppi ospiti di sinistra, tra i quali indica il maestro Maurizio Pollini, rispetto a quelli di destra. Ma mi rifiuto di dividere la società italiana in blocchi politici: dobbiamo cercare, piuttosto, di unirla intorno a valori condivisi».
Infine Gubitosi si è espresso anche sull'ipotesi di un videomessaggio di Berlusconi: «Rispetto l'autonomia professionale dei direttori e non intendo impartire direttive a priori. Per me, ci sono due punti fermi: il videomessaggio di Berlusconi, se arriverà, sarà comunque una notizia; la Rai trasmette integralmente solo i messaggi del Presidente della Repubblica. In ogni caso garantiremo il contraddittorio con le altre parti politiche. Ma sarò assolutamente intollerante verso ogni discriminazione, nei confronti del Pdl o di qualsiasi partito».