Il governo, per bocca del sottosegretario Giovanni Legnini, rispondendo a un'interrogazione di Renato Brunetta, qualche settimana fa ha già richiamato l'azienda. Ma evidentemente le cose ancora non marciano, se D'Alia dice lapidario: "Per la Rai non riusciamo ad avere questi dati, eppure la legge parla chiaro".
La tv di Stato sta tentando di far modificare il contratto di servizio per eliminare l'obbligo di resoconto sul web. La bozza del nuovo contratto che è in discussione presso la Commissione di vigilanza rappresenta un passo indietro. "A prescindere dal contratto di servizio - dice però D'Alia - ci sono gli obblighi di legge. Nel mio decreto sulla Pa è previsto l'obbligo di comunicazione al Dipartimento Funzione pubblica e all'Economia di tutti i dati relativi ai contratti individuali di lavoro dipendente e autonomo della concessionaria di Stato. Inoltre la nuova disciplina sulla trasparenza estende la 'disclosure' anche alla Rai e lo stesso dice il nostro Piano nazionale anticorruzione".
Si conosce l'obiezione: a rendere pubblici certi dati sensibili, verrebbe espulsa dal mercato. "Sono ovviamente d'accordo che esistano delle specificità. La Rai, come Finmeccanica e altri, hanno diritto ad alcune aree di riservatezza. Non mi sognerei mai, per dire, di imporre ai servizi segreti di mettere sul web i nomi e i compensi dei loro dirigenti".