Rai, si medita ricorso contro mancato aumento canone

Creato il 16 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Il consiglio di amministrazione della Rai sta valutando l’opportunità di impugnare il decreto del 17 dicembre 2013, con il quale il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha stabilito che l’ammontare del canone Rai per il 2014 dovesse rimane a quota 113,50 euro. Ovvero senza alcun aumento (neanche l’adeguamento inflattivo di 1,5 euro) rispetto al canone del 2013. Dopo 7 anni di aumenti annuali e costanti del canone Rai, dunque, Zanonato ha stabilito che in “coerenza con l’attuale quadro economico e normativo” l’importo dovesse rimane lo stesso: la Rai – ha spiegato - deve fornire prodotti di “alta qualità al più basso costo possibile per il contribuente”. Ma al settimo piano di viale Mazzini questo andamento lento dell’imposta non è piaciuto, anche perché le tariffe di altre aziende in concessione, a partire da Autostrade, hanno invece accelerato… E i consiglieri sarebbero in pressing sul presidente Anna Maria Tarantola perché si faccia al più presto un ricorso al Tar del Lazio contro il decreto.
Si sarebbe, infatti, in presenza di una chiara violazione di legge da parte del governo (è obbligatorio l’aumento tariffario in base all’inflazione) e se il board Rai rimanesse in silenzio potrebbe essere accusato di “procurato danno erariale all’azienda” per non aver posto rimedio a questa mancata entrata che si aggirerà per il 2014 intorno ai 25 milioni di euro. Una bella gatta da pelare per il dg Luigi Gubitosi che starebbe vestendo i panni del pompiere: d’altronde proprio in queste settimane si sta firmando il nuovo contratto di servizio. Aprire un rumoroso contenzioso con Zanonato non sarebbe un buon viatico.

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