”Sull’utilità di questi canali abbiamo avviato uno studio e non so se siano necessari davvero tutti”. Lo afferma il presidente della Rai Anna Maria Tarantola facendo riferimento, in un’intervista a La Stampa, ai 14 canali della televisione di Viale Mazzini, tre generalisti più altri undici tematici.
”Ma proprio perché siamo servizio pubblico - aggiunge - dobbiamo offrire prodotti specifici per tutte le esigenze, caratterizzando i programmi sempre di più. Questo vale anche per le reti generaliste. Oggi, lo fanno più nelle intenzioni che nei fatti”. Per Tarantola ”la prima rete deve essere la tv delle famiglie, la seconda dei giovani e la terza della cultura e della trasversalità. E’ vero, però, che i canali tematici sono poco conosciuti. Abbiamo fatto più pubblicità a questo proposito e lo faremo ancor di più e meglio”.
Il presidente parla poi di conti, replicando a chi indica un bilancio chiuso con la perdita di 240 milioni di euro. ”Io accetto tutte le critiche - dice - ma non quelle che partono dalla non conoscenza dei fatti. Nel 2012 ci siamo trovati con 200 milioni in meno di pubblicità e con 140 milioni di costi in più, per via di quegli eventi sportivi che capitano negli anni pari. Il totale fa ben 340 milioni. Siamo riusciti a risparmiare, in un solo anno, circa 100 milioni”.
Per portare la Rai in equilibrio economico ”non credo che sia politicamente possibile” aumentare il canone, aggiunge Tarantola, precisando però che ”in Italia è più basso rispetto alla Francia o alla Germania o all’Inghilterra. Il problema, da noi - spiega - è l’evasione che raggiunge il 27%, mentre, in quei paesi, si aggira intorno al 5-6%. Con 500 milioni in più, quanto ammonta l’evasione, staremmo certo meglio, anche se l’obbiettivo dell’efficienza e della sanità dei bilanci andrebbe perseguito lo stesso”.
