Con settembre sono finiti i raid ed escursioni 2013 tracciati da scrivente e messi sotto le mie ruote grasse (in alto in network dei percorsi fatti, clicca per ingrandire). Tutti contraddistinti dal numero progressivo in lingua cimbra, sono stati una bellissima esperienza che mi ha restituito grandi soddisfazioni.
A differenza di altri esploratori sulle ruote il mio obiettivo è sempre stato quello di stare nelle mie zone o al massimo quelle viciniore in ragione del fatto che non è necessario andare a casa del diavolo per vedere bei posti oltre al fatto che spesse volte si ha tendenza a vedere sempre più verde l'erba del vicino e magari manco si conoscono le zone dietro casa. A maggio sono riuscito a fare il raid di 3 giorni consecutivi, lungo e tosto in termini di dislivello e terreno, in compagnia di Andrea, un simpatico compagno di avventura.
Abbiamo toccato il punto più a est del 2013 arrivando fino al Pasubio e siamo rientrati a Verona, da dove eravamo partiti, attraversando passi e superando montagne e dislivello con pantagruelica, ciclistica fame. L'obiettivo di partire e rientrare da/a Verona è stato raggiunto e ha dimostrato anche che la mia condizione era in crescita in termini di resistenza, avendo lavorato esclusivamente per il fondo e non per lo spunto.
Quando ti alleni per stare tante ore in sella, divorarti 2000 e spingi metri di dislivello e spallarti la mtb per 1 ora e più, non puoi allenarti come dovessi fare una granfondo o un Xc. Ora mi metto in moto solo dopo 1h30/2h di mtb e una volta partito non mi fermo anche se dall'ultima escursione ho notato un vistoso calo prestazionale, che tra l'altro mi aspettavo dovesse arrivare prima o poi.
Dopo la 3 giorni avrei voluto fare una 2 giorni ma una serie di situazioni e di impegni me lo ha impedito ma l'appuntamento è rimandato al 2014 che sto già pianificando e che mi vedrà usare la tenda da escursione da solo o in compagnia.
Quindi ho dato il via alle escursioni, diciamo dei mini-raid in termini di durezza ed ecco che il Drai è stato di oltre 130 km e con quasi 3600 mt+ risultando il più lungo e con il dislivello più elevato ma sicuramente il più duro in assoluto è stato il Tzoa che mi ha visto salire sul Gpm 2013 dei Raid ossia sul Carega provenendo da un temibile periplo lungo San Giorgio-Castelberto-Ala-Malga Gatto-Capanna Sinel fatto in una caldissima giornata che ha visto i 30° a Sinel e i 24° al Fraccaroli e con l'acqua terminata dopo Capanna Sinel. Ricordo ancora le 3 coca-cola al rifugio Fraccaroli e le 2 fette di torta. Quest'anno avevo messo in tacca di mira l'est della Lessina e il passaggio a nord, come chiamo io la Valle dei Ronchi, vera e propria valle selvaggia che divide orograficamente la Lessinia dal Trentino.
Ho fatto tutti e tre i passaggi esistenti e quindi ho ora conoscenza della fattibilità e livello di difficoltà degli stessi che mi permetterà di disegnare futuri itinerari. Relativamente ad est mi sono tolto lo sfizio di provare una vecchia via che taglia ad est verso Recoaro e poichè se non provi non sai ecco che ho capito che tale via non è fattibile per la mtb in quanto una cosa è spallare ed un'altra è arrampicarsi sui pini mughi con la mtb! Ma tutto fa legna in cascina e l'importante è provarci e fare sempre tutto in sicurezza.
Un fattore di preoccupazione iniziale quest'anno è stato la frattura della clavicola a febbraio e sono arrivato al primo raid che avevo appena ripreso fisicamente ma le discese le ho sempre affrontate con il freno a mano tirato. Man mano che i raid e le escursioni passavamo la clavicola è sempre più migliorata anche in virtù della palestra e degli esercizi a casa che mi hanno messo in condizione di pedalare, portare lo zaino e spallare la mtb senza mai alcun dolore, fastidio o limitazione articolare. Ora scendo con la stessa confidenza che avevo nel pre-frattura, tecnicamente addirittura meglio ma sempre con un margine di sicurezza significando che potrei andare più forte ma ho perso la voglia di andare al limite sapendo bene che non più l'età per giocarmi dei jolly in ragione dei tempi di recupero che non sono quelli di un ventenne o trentenne. Nel 2014 ho messo in tacca di mira le vie ad ovest ovvero il gruppo del Baldo e conto di fare almeno un paio di escursioni che passano da quelle parti.
Per quanto riguarda il mezzo ciclististico penso che la mia 26 full con escursione 100 ant/post sia per me sufficente. Pur essendo una full è sempre una mtb da marathon, il carbonio la rende leggera e maneggevole, ho la tripla ed il 24/36 mi permette di salvare la gamba nei tratti duri, quando la metto in spalla o la spingo non pesa troppo. Personalmente una AM la vedo troppo pesante e la velocità di progressione mi sembra un pò lenta per i miei gusti. Mi sembra poi che alcuni prediligano più la discesa che la salita mentre io ritengo che salita sia la vera ragione di esistere della mtb e in ragione del suo nome (mountain) e dei rapporti mitici (22) è nata per scalare e non per scendere anche se gli ammo ti permettono sicuramente di scendere senza frantumarti spalle e braccia come facevo 20 anni fa con la mia mitica Cannondale M400 totalmente rigida.
e momenti indimenticabili
che rimarranno un ricordo indelebile grazie alle foto e ai video fatti di tutte le escursioni (sul mio canale Youtube).Keep in touch