Raimondo e Piero D’Inzeo hanno rappresentato per la mia generazione l’immagine dello sport italiano, campioni della televisione ancora in bianco e nero, che riuscivano a eccellere nelle Olimpiadi e in grandi competizioni internazionali, gli unici, fino alle ultime Olimpiadi di Josepha Idem, ad aver partecipato a 8 olimpiadi dal 1948 (Londra) al 1976 (Montreal).
Questi due fratelli, come in seguito capiterà con altri campioni dello sport, normali e straordinari, come Novella Calligaris e Pietro Mennea, consentivano una personale identificazione con il loro personaggio, così “italiano”, fuori dalla retorica dei super atleti americani o russi, che interpretavano nello sport la sfida tra le due super potenze mondiali.
L’immagine di Raimondo D’Inzeo, ufficiale dal portamento sempre elegante, si avvicinava invece all’atleta “possibile” per gli italiani, quello le cui capacità, intese come abilità nel fare, prescindevano da un fisico possente regalato dalla natura generosa.
Raimondo D’Inzeo si è spento in questi giorni a 88 anni. Le immagini dei suoi trionfi nelle cronache dell’Archivio Luce . Il peso di questo contributo è misurato anche dal numero di documenti conservati nell’Archivio ben 116 video e tantissime fotografie, presentare alcuni di questi video sarà il nostro omaggio al cavaliere Raimondo D’Inzeo.
Raimondo D’Inzeo Campione del Mondo
Per finire un filmato a colori di Raimondo D’inzeo agli Internazionali di Roma del 1952, tra gli spettatori Gianni Agnelli, definito “il nipote di un cavaliere che ci ha motorizzati”, e Giulio Andreotti