Magazine Diario personale

Rainer Maria Rilke da "Prima elegia duinese"

Da Silvy56

Certamente è strano non abitare più sulla terra, non esercitare più gli usi appena conosciuti, e alle rose e alle altre cose colme di promesse non assegnare più il senso di umano futuro; quello che era in mani infinitamente ansiose, non essere più, e abbandonare anche il proprio nome come un giocattolo frantumato. Strano, non desiderare più i desideri. Strano, vedere dissolto nello spazio tutto ciò che ci ricopriva. È tormentoso l’essere morti ed il continuo recuperare il passato, che sente una impercettibile traccia d’eternità. Ma tutti i viventi fanno l’errore di dividersi fortemente. Gli angeli (si dice) non sanno a volte se vanno tra i vivi o i morti. L’eterna corrente trascina attraverso i due regni di tutte le età, sempre con sé ed entrambi li sovrasta con il suono.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog