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Nato nel 1929 a Reims in Francia, Jean Baudrillard inizia la sua formazione come germanista e successivamente ottiene un dottorato in sociologia. Dal 1966 insegna all’università di Paris X-Nanterre, e negli anni successivi entra a far parte dell’Institut de recherche sur l’innovation sociale, laboratorio del Centre national de la recherche scientifique.
Sociologo brillante, Baudrillard ha consacrato la sua opera all’analisi della società contemporanea studiando in particolare la società dei consumi: i suoi miti, le sue strutture. Il consumo è trattato nei suoi lavori come un ‘linguaggio sociale‘ qualcosa che tende ad aumentare i desideri degli individui piuttosto che a soddisfarli.
Nel mondo contemporaneo si assiste ad una dematerializzazione della realtà e l’attenzione dell’uomo è distolta dal mondo naturale e concentrata sulla televisione, sul mondo della comunicazione che è divenuta un valore assoluto, un obiettivo in sé. I vecchi miti sono stati rimpiazzati e la società è, secondo Baudrillard, dominata da una ideologia fondata sull’”estasi della comunicazione“. Violenza, miseria, ignoranza non sono affatto scomparse, ma fanno parte di una realtà quotidiana che gli uomini finiscono per non vedere annebbiati da strategie fatali (il volume esce in Francia nel 1983 e viene subito tradotto in italiano) e ‘rassicuranti‘. Baudrillard ha svolto un’intensa attività di traduzione delle opere di Bertolt Brecht.
fonte: www.mediamente.rai.it