In Rajasthan non mancano le cittadelle fortificate, sono numerose ma non tutte indimenticabili. A Jesailmer siamo arrivati quando ormai il buio aveva fatto rallentare i ritmi della vita quotidiana.
La mattina seguente però tutto era cambiato. Le piccole vie in terra battuta brulicavano di persone ed animali. Donne che lavavano in poca acqua una grande quantità di panni, bambini che correvano, anziani che spazzavano la strada riuscendo solamente a spostare la polvere da un punto ad un altro.
Jesailmer si trova in pieno deserto del Thar ed a pochi chilometri dalla frontiera pakistana, tutto è sabbia. Il color oro dell’arenaria di cui ogni cosa è costruita ricorda immense distese di sabbia infuocata da sole.
Il forte, a differenza degli altri del Paese, è animato da alberghi, ristoranti e negozi da svaligiare, tanto è bella la merce in vendita.
L’intricato complesso di templi giainisti che si trova quasi incastrato tra le strette strade è straordinario. La lavorazione del marmo è talmente perfetta da farlo sembrare un set cinematografico dove monaci sorridenti offrono informazioni storiche ed architettoniche, in cambio di un’offerta. Quella giainista è una religione antica basata sulla nonviolenza e, per questo motivo, i suoi praticanti indossano costantemente una fascia bianca davanti a bocca e naso per evitare di uccidere anche il più piccolo microrganismo.
Jesailmer, oltre per la sua bellezza, è nota a chi desidera acquistare argento di buona qualità. Esistono delle silver house, che sono però difficili da trovare se non si viene portati da qualcuno, dove artigiani recuperano argento vecchio e lo rielaborano per realizzare gioielli di rara bellezza.
E’ chiaro che gli oggetti belli, ovunque nel mondo, hanno un costo e così anche l’argento ‘puro’ non è economico come quello che si trova in vendita per la strada.
Bisogna avere il tempo e la pazienza di guardare ogni pezzo che viene rovesciato a terra da grosse scatole e l’umiltà di apprezzarne il fine lavoro e la qualità del prodotto. Allora, il prezzo non potrà che sembrare appropriato.
Il mehindi è il disegno, realizzato con l’hennè, che le donne sposate sfoggiano su mani e piedi ogni giorno o che, le ragazze, si fanno per le occasioni speciali. Le abili mani di una signora avvolta da un sari rosso un po’ sbiadito ed orecchino d’oro al naso, ne hanno fatto uno anche a me tra qualche chiacchiera e molti sorrisi alla fine di una torrida giornata, prima di cenare sulla terrazza del caratteristico Shahi Palace Hotel.*
* Si trova ai piedi del forte ed un albergo delizioso e pulito. Le camere sono tutte in arenaria ed arredate con bei tessuti. I proprietari, due simpaticissimi fratelli, sono gli stessi dell’Oasis Haveli e dello Star Hotel poco distanti. Tutte le strutture sono consigliabili.
Leggi anche: i post sulla mia India