Eppure lui fa sempre tutto alla perfezione, distrugge l’ambientazione del videogame nel miglior modo possibile, ma al termine della partita, mentre Felix si aggiudica la sua splendente medaglia per aver salvato tutti, lui viene buttato giù nel fango.
Per lui non c’è nessun riconoscimento.
E non è più tollerabile.
Ecco perché Ralph ha deciso di guadagnarsi la sua, di medaglia.
Ecco perché abbandona il suo videogame e si lancia in un’avventura pazzesca, ai confini del mondo videoludico.
Ralph Spaccatutto era il film d’animazione che più aspettavo del 2012. È una classica storia Disney, dove il “diverso”, il “reietto”, va alla ricerca di sé stesso per trovare un modo di riscattarsi (socialmente, e non solo) agli occhi di chi lo odia, lo teme e lo disprezza.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque.
Classica storia, classico tema.
Volendo essere cattivi, lo potremmo anche bollare come un "Toy Story con i videogames" (il mondo videoludico funziona un po' come quello giocattolaro del trittico Pixar).
Sono però i personaggi il vero valore aggiunto di questa storia, da Ralph, all’eroico Felix, alla sognante Vanellope, alla durissima (ma dal cuore d’oro) Sergente Calhoun.
E l’ambientazione, favolosa.
I primi venti minuti del film sono un colpo al cuore per tutti coloro che hanno visto (e vissuto) l’epoca d’oro delle sale giochi (da noi scomparse millenni fa). Titoli epici come Tapper, Pacman o Street Fighter strizzano l’occhiolino al videogiocatore di vecchia data. Il gruppo di supporto dei cattivi dei videogame, furbissima trovata pubblicitaria da spiattellare urbi et orbi in ogni trailer per attirare frotte di nerd (ci) regala uno dei momenti più dissacranti dell’intera pellicola (vedere gente come Bison, Zangief, zombie, Bowser, Kano, il fantasmino di Pacman e altri cattivi storici dei videogame fa scendere la proverbiale lacrimuccia).
Gli inside jokes abbondano, così come le citazioni. Lo stesso Ralph, fondamentalmente, è un Donkey Kong delle origini. Da applausi Ken e Ryu che staccano da Street Fighter e decidono di andarsi a bere il birrozzo proprio da Tapper, lo stesso Ryu che si scola una pinta nel bar o quello che si vede nei titoli di coda (no, questo non ve lo spoilero).
In un’ora e mezza si dipana così una piccola sintesi della storia del videogioco, da quelli più semplici e dalle dinamiche più “intuitive” (come Felix Aggiustatutto), a quelli di oggi, come lo sparatutto Hero’s Duty o il gioco di kart Sugar Rush, ambientato in questo mondo pieno di dolciumi e leccornie.
Forse si è indugiato troppo su Sugar Rush, sui kart e sulla storia di Vanellope, il plot twist finale – spettacolare e geniale, certo – in realtà non risolve un piccolo buco narrativo che lo giustifichi in modo più che degno, ma si esce dal cinema soddisfatti e divertiti.
Anche se non si conosce un tubo del mondo dei videogiochi.
E forse questa è proprio la vera, grande vittoria di Ralph Spaccatutto.
Ps: se andate sul sito della Disney potete giocare a Felix Aggiustatutto, Hero's Duty e Sugar Rush!