Continua la rubrica del sabato dedicata ai film dell'animazione.
Anche questa volta si tratta di un recupero che, per il fatto che il film non appartenesse alle case di produzioni più importanti e alla fin troppo pubblicizzata presenza di Johnny Depp, mi ero persa.
La sorpresa è stata quindi ancora più piacevole, perchè nonostante dei protagonisti animali non proprio nelle mie corde (ho mai detto della mia fobia atavica per lucertole e affini?), Rango è un film di animazione per adulti.
Certo, anche i più piccoli si divertono eccome grazie alle numerose gag nonsense, canzoni spagnoleggianti inserite da gufi e a un eroe tanto goffo, ma quello che caratterizza il film sono le numerose citazioni cinefile al suo interno.
Da Paura e delirio a Las Vegas a Star Wars, da Pirati dei Caraibi ai vecchi western (con tanto di cammeo digitale di Clint Eastwood), il film scorre via veloce nella polvere del deserto americano. Anche la trama è poi qualcosa che va oltre il divertissement, visto che la siccità che colpisce la città di Polvere mostra bene che chi detiene il potere è chi possiede l'acqua, e chi possiede l'acqua possiede la città e i suoi cittadini.
Ma chi è Rango? Rango è un semplice camaleonte domestico, con ambizioni teatrali che deve ancora capire la sua vera natura, in un momento molto metacinematografico (ispirato ai quadri di Dalì, così per dire), viene sbalzato fuori dall'auto in cui viaggia ritrovandosi nel mezzo del deserto. Da lì inizierà la sua avventura -con tanto di amore in arrivo- che ne definirà il carattere di sceriffo tonto ma tosto, che riesce incredibilmente a svelare l'arcano della siccità di Polvere sconfiggendo nemici molto più grandi di lui.
Tecnicamente diverso dai vari film Pixar/Dreamworks vista la predilezione per protagonisti insoliti (lucertole, topi, serpenti) e molto polveroso nei suoi colori, Rango conquista.
Il suo essere pensato e realizzato con un occhio particolare per gli adulti, dando loro più chiavi di lettura e riferimenti a cui prestare attenzione, ne fa un film completo che non a caso ha sbaragliato la concorrenza (Kung fu Panda 2 e Il gatto con gli stivali) nel 2012 vincendo l'ambito Oscar.
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