In Italia l’adozione, a novembre 2012, della legge anticorruzione segna un importante passo avanti. La nuova normativa rafforza le politiche di prevenzione mirate a responsabilizzare i pubblici ufficiali e la classe politica e a bilanciare l’onere della lotta al fenomeno, che attualmente ricade quasi esclusivamente sulle forze dell’ordine e sulla magistratura. Gli sforzi profusi dall’Italia sono notevoli ma la corruzione rimane un fenomeno preoccupante. Nella relazione presentata oggi la Commissione europea suggerisce di potenziare il regime di integrità per le cariche pubbliche elettive introducendo codici etici e strumenti di rendicontazione del loro operato. L’Italia dovrebbe anche consolidare lo strumentario giuridico e istituzionale sul finanziamento ai partiti e risolvere con la massima urgenza le carenze del regime di prescrizione. La Commissione consiglia anche di estendere i poteri e di sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento, garantire maggiore trasparenza degli appalti pubblici e adoperarsi ulteriormente per colmare le lacune della lotta anticorruzione nel settore privato. Il conflitto di interesse, la trasparenza della situazione patrimoniale dei pubblici ufficiali e i dispostivi di controlloLa relazione della Commissione, oltre ad analizzare la situazione in ciascuno Stato membro, rende noti anche i risultati di due ampi sondaggi d’opinione. Per più dei tre quarti dei cittadini europei, e ben il 97% degli italiani, la corruzione è un fenomeno nazionale dilagante. Quasi 2 cittadini europei su 3 e l’88% dei cittadini italiani ritiene che la corruzione e le raccomandazioni siano spesso il modo più facile per accedere a una serie di servizi pubblici.
La Relazione dell'Unione Europea sulla corruzione 2014: l'Italia.
Relazione dell’Unione Europea sulla lotta alla corruzione, l'italia from Paolo Pascucci
Infografica
Rapporto anticorruzione ue 2014 from Paolo Pascucci