Entro il 2050 saranno realizzate in Italia sette centrali nucleari, per un investimento complessivo di 35 miliardi di euro. Ad annunciarlo è l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che ha presentato ieri il Rapporto Energia e Ambiente. L’energia prodotta dagli impianti nucleari contribuirà al fabbisogno energetico nazionale per il 20%, oltre a determinare una riduzione del 10% delle emissioni di gas serra.
Il nucleare, quindi, porterà un cambiamento significativo nel nostro mix energetico, composto oggi in gran parte dalle fonti fossili, che non solo importiamo dall’estero, ma sono anche le più inquinanti. L’energia atomica, invece, ci renderà meno dipendenti sia da carbone e petrolio, oltre che dal gas: la produzione di elettricità da centrali a gas, spiega l’Enea, “risulterà fortemente ridimensionata, passando da un’incidenza del 49% al 32% nel 2050 nello scenario di riferimento”.
Produrre nucleare, poi, contribuirà in modo significativo alla nostra autosufficienza energetica: secondo i dati Enea, nell’ultimo anno il nostro livello di dipendenza energetica dagli altri Paesi è invariato rispetto al precedente (85% rispetto a una media Ue di circa il 70%). L’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili è, però, in aumento: più 16%, un quinto dei consumi complessivi di elettricità.
Ci stiamo sempre più orientando, quindi, verso uno sviluppo economico sostenibile, in cui le rinnovabili, ma soprattutto il nucleare (vista la capacità di produrre energia in larga scala), avranno un ruolo di primo piano. Ne è convinto anche il commissario dell’Enea Giovanni Lelli, che ha presentato il Rapporto: “Un sistema energetico più efficiente e sostenibile per un futuro a basse emissioni di anidride carbonica è possibile, anzi il processo di trasformazione tecnologica è già in atto”.