Rapporto IPCC: demoliti i falsi miti sulle energie rinnovabili

Creato il 11 maggio 2011 da Howtobegreen

Rapporto IPCC, energie rinnovabili, affidabilità delle fonti d’energia. L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), ovvero il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, ha approvato ad Abu Dhabi un nuovo Rapporto Speciale sulle Sorgenti di Energia Rinnovabili(SRREN).
Questo documento definisce chiaramente il contributo proveniente dallo sfruttamento delle fonti rinnovabili di energia in termini di salvaguardia del clima e di crescita economica.
Le rinnovabili possono fornirci energia con continuità?
In poche parole, si! Ci sono sette differenti tecnologie che forniscono energia elettrica da fonti rinnovabili: solare fotovoltaico, solare a concentrazione, eolico offshore e a terra, geotermia, biomasse, idroelettrico e energia dal mare. Solo il fotovoltaico, l’eolico e entro certi limiti l’energia dal mare sono variabili, mentre tutte le altre tecnologie operano con continuità. Anche questa variabilità non è un grande problema. Se una rete di turbine eoliche e di impianti solari - interconnessa da una rete efficiente - è abbastanza dispersa sul territorio, essa perde le sue caratteristiche di “intermittenza”: c’è sempre vento e/o sole da qualche parte. Si possono anche aggiungere a questo mix fonti non intermittenti come le biomasse, l’idroelettrico e la geotermia. Inoltre, oggi le reti elettriche si costruiscono in modo da adattarsi a questo tipo di variazione delle forniture elettriche che derivano da fonti intermittenti come l’eolico e il solare.
I moderni impianti per la produzione di energia rinnovabile hanno anche modo di immagazzinare energia. Grazie ai sistemi di stoccaggio del calore, gli impianti di solare a concentrazione (CSP) possono efficacemente fornire energia elettrica di notte, mentre i sistemi di stoccaggio dell’idroelettrico permettono di immagazzinare l’energia prodotta dalle turbine eoliche pompando l’acqua nei bacini di deposito quando c’è molto vento, per poi far scorrere l’acqua verso le turbine idroelettriche nei giorni senza vento.
È vero che gli impianti di rinnovabili sono troppo piccoli?
Assolutamente no. Uno degli aspetti positivi delle rinnovabili è che gli impianti possono essere adattati per rispondere a ogni esigenza specifica: da un piccolo pannello solare (ad esempio per ricaricare il telefonino) a un grande impianto di solare a concentrazione o di pale eoliche. Una rassegna dei grandi progetti eolici, condotta dal Global Wing Energy Council (nel 2011) ha rivelato che nei prossimi due anni in Cina saranno attivati oltre 25 impianti di più di 200MW.
Per lo stesso periodo, gli USA hanno in programma 25 progetti sopra i 250MW, mentre nell’UE ce ne sono 39 oltre i 100 MW. Inoltre, c’è un’ampia serie di progetti di grandi impianti di eolico in Paesi come Brasile, Turchia, Polonia, Cile e Marocco. Nei mercati emergenti quali America Latina, Medio Oriente, Europa Centrale e Orientale e Africa, si contano 37 progetti di impianti oltre 100MW che andranno in rete nei prossimi due anni. Anche gli impianti di solare a concentrazione possono essere costruiti in scala variabile: questi sistemi producono energia o calore usando centinaia di specchi per concentrare i raggi solari e raggiungere temperature tipicamente comprese tra i 400 e i 1.000°C. I singoli impianti solitamente hanno una taglia compresa tra 50 e 280MW, ma potrebbero raggiungere proporzioni maggiori. Un altro vantaggio di questa tecnologia è, come detto, la possibilità di conservare calore e fornire quindi energia anche di notte.
Le rinnovabili sono più costose delle altre fonti energetiche?
Il prezzo dell’elettricità varia molto nei differenti Paesi. In molte regioni, come in alcuni Paesi europei, gli USA e la Cina, l’eolico è già competitivo rispetto al nucleare, al gas e al carbone [IEA, Projected Costs of Generating Electricity, 2010]. Il solare fotovoltaico in molti Paesi europei sarà immesso in rete raggiungendo la grid parity nel giro di 1-3 anni in molti Paesi europei. Il concetto di grid parity significa che la produzione di elettricità da solare, anche senza incentivi, avrà gli stessi costi delle tariffe casalinghe; dunque diventerà più conveniente per i privati, in ogni caso, produrre la propria elettricità che comprarla dai fornitori. Il fotovoltaico è già l’opzione più a buon mercato per le forniture elettriche delle utenze rurali (isolate), molto più conveniente della produzione con generatori diesel.
Se consideriamo i sussidi nascosti e i costi ambientali e sociali dei combustibili fossili e del nucleare – dal cambiamento climatico alla decontaminazione dalla radioattività – le rinnovabili diventano ancora più attraenti.
Se le rinnovabili costano meno, perché tutti non ci investono?
Assumere che non si investa sulle rinnovabili non è solo falso ma anche errato. Secondo le Nazioni Unite, Bloomberg e il Renewable Energy Status Report 2010 di REN 21 (un forum che raggruppa i leader di diversi settori per promuovere una transizione verso le rinnovabili), il 2009 è stato il secondo anno consecutivo in cui gli investimenti in nuovi impianti rinnovabili hanno superato quelli in nuovi impianti basati sui fossili, con una crescita da 46 a 162 miliardi di US$ nel periodo 2004-2009. Tutto questo grazie a investimenti nei Paesi occidentali, come gli USA e l’UE, ma anche in Paesi emergenti, come Cina, Brasile e India, che assommano il 37% degli investimenti finanziari complessivi in energie rinnovabili.
Il livello degli investimenti nel settore energetico, nei vari Paesi, dipende da numerosi fattori: le politiche settoriali energetiche hanno importanza primaria. Una analisi di Bloomberg ha verificato che globalmente i sussidi a sostegno dei combustibili fossili sovrastano di dodici volte quelli a favore delle rinnovabili: 557 miliardi di dollari per i fossili contro 43-46 miliardi di dollari per le rinnovabili. Modificare queste politiche è un passaggio cruciale per attirare ancor più investimenti verso le rinnovabili e lo si può fare in molti modi. Le politiche nazionali hanno orientato gli investimenti in oltre cento Paesi negli scorsi anni. Per
prolungare la tendenza positiva del settore delle rinnovabili è necessario un impegno politico che sostenga una grande espansione delle tecnologie rinnovabili.
E i lavoratori del nucleare e dell’industria basata sui combustibili fossili, li licenziamo tutti?
In realtà, è vero piuttosto il contrario. Man mano che queste fonti energetiche sporche e pericolose saranno eliminate e rimpiazzate dalle rinnovabili e dall’efficienza energetica, nel settore si creeranno sempre più posti di lavoro. È importante poi considerare che molte delle capacità richieste nel settore energetico basato sui fossili servono anche per quello delle rinnovabili, facilitando la mobilità da un settore all’altro.
Tratto da Greenpeace

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