In diminuzione i film italiani programmati dalle tv generaliste. Il documento Mibact-Anica su 'Tutti i numeri del cinema italiano 2014' riporta statistiche su cui riflettere: nella fascia oraria 20,30-22,59, Rai 2 non ha mai trasmesso pellicole nostrane durante l'intero 2014, Rai 1 ne ha trasmesse 7 e Italia 1 8. In controtendenza Canale 5, forte di ben 66 passaggi. «Un dato allarmante rispetto al servizio pubblico -spiega Francesca Cima, presidente produttori Anica- che fa riferimento alla scarsa valorizzazione dei diritti e a una progressiva scomparsa del racconto da proporre al Paese».
Affatto causale la presenza de 'La grande bellezza' (2013), trasmesso da Canale 5, al vertice della top 10 dei film programmati nell'arco di un'intera giornata. Il primo passaggio della pellicola vincitrice del Premio Oscar fece registrare oltre otto milioni di spettatori. Film recenti come 'Benvenuti al sud' (2010) e 'Benvenuti al nord' (2012), rispettivamente al secondo e al quarto posto della classifica, gli ulteriori successi in termini di share per la rete ammiraglia del gruppo Mediaset. «Rai Cinema si conferma colonna portante per gli investimenti nel settore della settima arte, ma la casa madre non crea altrettanti appuntamenti che possano suscitare affezione tra il pubblico», precisa Andrea Occhipinti, presidente dei distributori Anica.
«Bisogna intervenire -continua- perché il cinema italiano è legato anche ad altri canali e la pirateria resta in agguato, con i più giovani orientati a consumare film su pc e tablet in modo illegale, senza alcun contributo per la filiera».
Dalla nascita della televisione in poi, il cinema ne ha subito l'ingerenza, ma oggi deve tener conto anche di nuove sfide tecnologiche: non solo la rete, ma anche le televisioni a pagamento. Secondo Riccardo Tozzi, presidente Anica, «la nuova sfida è sulle fiction, perché se quelle generaliste vengono viste da quella parte del pubblico che non va al cinema, le nuove, più accattivanti e dai diversi stilemi, saziano la richiesta di cinema anche della controparte». Gli spettatori casalinghi sembrano accettare anche prodotti meno raffinati, perché fruiscono di un servizio gratuito, quelli del grande schermo no, pretendono prodotti di maggiori qualità.
«Ogni film -continua Tozzi - deve essere un caso piccolo o grande, altrimenti non ha seguito: bisogna ricercare innovazione, recuperare il cinema di genere distrutto negli anni Settanta e non insistere sulla commedia, riflettendo invece sulla modernità». Il presidente dell'Anica sottolinea, poi, come non si possa «pretendere di realizzare 201 film nell'arco di otto mesi e con poche sale attive».
A novembre, dicembre e gennaio 2014, sono state registrate presenze per oltre dieci milioni nei cinema italiani; soltanto tre e i quattro milioni nel trimestre maggio-luglio. A fronte di un circuito urbano scarso, e diffusi multiplex periferici, Lazio e Lombardia si confermano leader degli schermi attivi, rispettivamente con 489 e 490 sale in 104 e 159 cinema.
Tutti i Numeri del Cinema Italiano anno 2014 - Programma
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