Rapporto segreto sulla Sicilia

Creato il 19 giugno 2012 da Casarrubea

Situazione politica ed economica [1946]

Durante il decorso mese di giugno i partiti in Sicilia hanno continuato la loro attività intesa a potenziare e sviluppare le rispettive organizzazioni. Ma la percentuale degli scritti ai partiti è ancora piccola di fronte alla massa dei non iscritti.

Nel campo delle nuove formazioni politiche, si segnala la costituzione, in Siracusa, di una sezione della “Associazione Garibaldini, partigiani e reduci dai campi di concentramento politici della Germania” con finalità patriottiche; la suddetta associazione nazionale “Umberto di Savoia”, con fini di propaganda a favore della monarchia, è un movimento a tendenza universalistica, con l’intendimento di promuovere una federazione universale di Stati per evitare future guerre e per favorire la ripresa delle buone relazioni tra i diversi popoli.

A Lentini (provincia di Siracusa) si è costituita una sezione del Movimento comunista classico, che già vanta 700 aderenti e con scopi che mirano alla totalitaria attuazione delle teorie marxiste. Esso si appoggia più al partito socialista indipendente che al partito comunista ufficiale.

Tra gli avvenimenti politici di maggior rilievo sono da segnalare i seguenti:

il 10 giugno u. s., ricorrendo l’anniversario dell’assassinio Matteotti, il Partito socialista ha indetto, nei più importanti centri dell’isola, la commemorazione del martire della tirannide fascista. Le varie cerimonie si sono svolte nella massima compostezza e nessun incidente ne ha turbato il regolare svolgimento. Gli oratori hanno svolto argomenti politici e di attualità vertenti principalmente sulla necessità della Costituente, sulla formazione della repubblica e sulla socializzazione dell’industria ed dell’agricoltura. A queste manifestazioni hanno presenziato anche esponenti di altri partiti.

Nei giorni 7 e 8 giugno ha avuto luogo ad Agrigento il congresso provinciale della federazione socialista, con l’intervento dei rappresentanti di tutte le sezioni di quella provincia.

Il 22 giugno u. s., in questo capoluogo, ha avuto luogo il primo convegno regionale di partigiani d’Italia con circa 100 intervenuti. Ha parlato il segretario dell’Associazione il quale, tra l’altro, ha esortato i convenuti alla calma, assicurando l’interessamento delle autorità per i provvedimenti di assistenza in loro favore. I partigiani, dopo essersi recati in corteo, percorrendo le principali vie cittadine, con in testa la bandiera tricolore, a deporre una corona di alloro presso il locale monumento dei caduti, hanno fatto ritorno alla loro sede, senza dar luogo al minimo incidente.

La formazione del governo di solidarietà nazionale, formato dai rappresentanti di tutti i partiti con la partecipazione di uomini politici del nord e del sud, ha fatto sorgere buone speranze.

Soddisfazione ha prodotto in queste popolazioni l’inclusione nella compagine del governo di due siciliani. [n.d.a.: I ministri in questione sono Ugo La Malfa (Trasporti) e Mario Scelba (Poste e Telecomunicazioni) e fanno parte del governo Parri ( 21 giugno 1945 - 24 novembre 1945)].

Vivissimi sono in tutti il desiderio e la speranza che il governo abbia la forza necessaria per risolvere e portare a compimento i gravosi problemi inerenti alla ricostruzione nazionale e ai rapporti internazionali.

Il Movimento per l’indipendenza siciliana la cui attività nel mese di maggio, a seguito della chiusura delle  sedi principali di Palermo e Catania e di altre sedi minori esistenti nelle varie privincie dell’isola, aveva subìto una stasi, dai primi dello scorso mese ha alzato nuovamente la cresta. In tutti gli elementi separatisti esiste viva agitazione.

Antonio Canepa

L’On. Finocchiaro Aprile e altri principali esponenti del movimento hanno intensificato la propaganda, tenendo vari comizi in luoghi privati, soprattutto in provincia di Palermo.

Il 10 giugno u. s. il Finocchiaro, in occasione dell’inaugurazione di una sezione del movimento nella borgata Uditore di Palermo, dopo avere comunicato ai presenti (circa 100) che le potenze alleate avrebbero, alla conferenza di San Francisco, approvata la discussione sulla richiesta di indipendenza siciliana, ha incoraggiato gli intervenuti a non abbandonare le loro idee, assicurando al più presto una Sicilia repubblicana indipendente, scagliandosi inoltre contro gli attuali governanti d’Italia, contro la monarchia, ed avendo parole di biasimo per S. E. Orlando ed altri. [n.d.a.:La conferenza di San Francisco (25 aprile - 26 giugno 1945) si riunisce con l’obiettivo di gettare le basi giuridiche ed istituzionali dell’Onu (Organizzazione delle nazioni unite). Vi prendono parte una cinquantina di governi].

Il 17 giugno il Finocchiaro, in altro comizio tenuto in una nuova sede del movimento in via Cipressi a Palermo, ha esplicitamente dichiarato che l’indipendenza sarà un fatto compiuto entro il 1945, affermando che, alla conferenza di San Francisco si sono avuti 31 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti, affinché la questione siciliana venga trattata alla conferenza della pace. La prima nazione a chiedere che alla Sicilia venisse accordata l’indipendenza, a dire del Finocchiaro, fu la Grecia, seguita dall’America e dal resto delle nazioni rappresentate. Il gruppo russo – slavo ed il gruppo arabo – francese hanno dato voto contrario. Peròla Russiain seguito ha dichiarato che alla conferenza della pace sarà favorevole a tutti quei popoli che chiederanno l’indipendenza assoluta. Il Finocchiaro ha terminato col dire che, dopo quanto è stato deciso a San Francisco, bisogna considerare l’indipendenza siciliana un fatto compiuto, invitando tutti coloro che volessero ostacolare tale indipendenza ad evitare qualsiasi motivo che possa dar luogo ad inutile spargimento di sangue.

Il Finocchiaro ha svolto, altresì, giri propagandistici nei comuni di Capaci, Torretta e Carini, prendendo contatti con elementi del separatismo locale. Nessun comizio pubblico è stato permesso e il Finocchiaro si è dovuto pertanto limitare a tenere riunioni in abitazioni private di elementi appartenenti al movimento.

Nessun incidente né turbamento dell’ordine pubblico ha avuto luogo. È stato segnalato solo che il 15 giugno, alle ore21, inPartinico circa 100 persone tra studenti e simpatizzanti del movimento separatista, senza autorizzazioni delle autorità competenti, improvvisarono un corteo con bandiera del loro partito, percorrendo le vie principali ed inneggiando alla Sicilia libera. Nessun incidente si è dovuto deplorare. I promotori della dimostrazione sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.

Notevole propaganda viene svolta per la formazione di bande armate che, al momento opportuno, a quanto viene affermato dalla propaganda medesima, dovrebbe impossessarsi degli uffici pubblici dell’isola.

A seguito della battuta eseguita nelle ore antimeridiane del 31 maggio u.s. in territorio di Cesarò per la cattura dei componenti il sedicente Esercito volontario indipendenza siciliano, di cui ho dato notizia nel precedente rapporto mensile, veniva riferito che gli appartenenti addetti a banda armata avevano scelto, per i loro spostamenti, la zona al confine delle provincie di Messina, Palermo, Catania ed Enna, sicché, se poteva essere possibile seguirne le tracce, riusciva assolutamente vano ogni tentativo di cattura con mezzi ordinari. D’altro canto reparti militari da soli, e senza il concorso professionale e tecnico delle forze di polizia, non potrebbero conseguire alcun utile risultato anche perché un grande spiegamento di forze inteso a catturare i nuclei molto frazionati e rarefatti raggiungerebbe risultati opposti a quelli desiderati.

Conseguentemente ho affidato al questore di Messina la direzione tecnica del servizio nel territorio delle predette quattro provincie per la rapida intensificazione della località e la cattura degli elementi componenti detta banda. Ho disposto, altresì, per il servizio di che trattasi fossero anche utilizzati i nuclei interprovinciali di Ps dislocati nella zona ove dovranno eseguirsi le operazioni e che venissero adeguatamente rinforzate le stazioni dei Reali Carabinieri che si presumono interessate.

Posti di blocco sono stati istituiti in molti punti. In uno di questi, e precisamente in quello disposto al bivio Randazzo – Cesarò, alle ore 8 del 17 giugno transitava un motofurgone targato Enna che portava a bordo 6 persone. I carabinieri di servizio (un maresciallo e due militari) intimavano il fermo, ma il veicolo accelerava la corsa. I militari esplodevano qualche colpo in aria, ma, avvicinatisi al motofurgone, venivano fatti segno ad una decina di colpi di pistola da breve distanza, che ferivano non gravemente il graduato ed un altro militare. Riavutasi dalla sorpresa, i carabinieri reagivano, mentre uno dei sei individui tentava di lanciare una bomba a mano che esplodeva però nello stesso motofurgone, ferendo gravemente due elementi. Altri due, scesi dal veicolo, cercavano di lanciare le bombe a mano, ma venivano colpiti da proiettili esplosi dai militari e gravemente feriti. Gli ultimi due individui riuscivano a dileguarsi. I feriti venivano trasportati all’ospedale di Randazzo: uno di essi vi giungeva cadavere, mentre altri due vi decedevano poco dopo. Tra i cadaveri veniva identificato anche quello del prof. Canepa Antonino, professore ordinario di diritto romano presso l’università di Catania, comandante del sedicente Esercito volontario indipendenza siciliana.[n.d.a.: Di estrazione borghese, Antonio Canepa partecipa nel 1933 ad un collettivo studentesco che progetta un’insurrezione antifascista nell’isola. Alla fine degli anni Trenta è docente di giurisprudenza presso l’università di Catania. Nel 1943 partecipa ad alcune azioni di sabotaggio (tra queste, l’attentato all’aeroporto di Gerbini, utilizzato dall’esercito tedesco), aiutato in questo da agenti del servizio segreto inglese. Dopo aver combattuto come partigiano in Toscana, alla fine del 1944 torna a Catania per organizzare una forza di guerriglia indipendentista. Aderisce al Partito comunista clandestino. Il separatista Varvaro gli affida l’organizzazione del primo nucleo dell’Evis, l’Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia. Ma nello stesso periodo si acuiscono i contrasti con gli elementi conservatori del Mis. Nel giugno del 1945 rimane ucciso, assieme ad altri suoi compagni, durante un conflitto a fuoco con i carabinieri].

Sul motofurgone venivano rinvenuti e sequestrati due moschetti mitra Beretta, due pistole mitragliatrici tedesche, un moschetto automatico americano, due moschetti tipo 91, tre pistole automatiche, 24 bombe a mano tipo Breda, due Sipe, 345 cartucce, la somma di lire 350.000 e materiale vario di equipaggiamento.

Con rapporto riservato del 23 giugno u.s. (n. 0212 Gab. Ris.) ho lumeggiato al presidente del consiglio e a codesto ministero la situazione attuale del separatismo in Sicilia, prospettando ancora una volta la necessità che detta situazione venga esaminata e definita con urgenza, onde mettere le dipendenti autorità dell’isola in condizione di operare senza incertezze e senza preoccupazioni.

Nel mese scorso non si sono registrate nell’isola manifestazioni di carattere fascista.

L’afflusso dei partigiani, militari e sbandati, prigionieri, ecc. del nord aveva dato luogo nel maggio scorso, com’è noto, a qualche increscioso incidente, specie a Palermo, dovuto all’infiltrazione tra le fila dei partigiani di elementi facinorosi e pregiudicati. Gli organi di polizia hanno provveduto al disarmo di detti elementi e ne è stato identificato il capo, nella persona di Germanà Bettino da Ristretta, pregiudicato per gravi delitti comuni, in atto attivamente ricercato, mentre si è proceduto all’arresto di altri responsabili, che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.

E’ nota a codesto ministero l’agitazione prodottasi, sin dal mese di maggio, fra le categorie agricole interessate a proposito dell’applicazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo luogotenenziale del 19 ottobre 1944 (n. 311), relativo alla disciplina dei contratti di mezzadria impropria, colonia parziaria e compartecipazione.

Aggravandosi le agitazioni, nei giorni dal 3 al 12 giugno furono tenute riunioni paritetiche presso l’ufficio regionale del Lavoro con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni agrarie padronali e dei lavoratori.

Tali trattative non ebbero, però, sbocco concreto per l’irrigidimento dei rappresentanti padronali, e stavano dopo molti giorni di discussione, per arenarsi definitivamente. Considerata l’importanza della questione e l’urgenza di definire le norme di applicazione del sopradetto decreto, ritenni opportuno di intervenire nelle relative discussioni, da condursi sempre per il tramite dell’ufficio regionale del Lavoro.

E infatti nei giorni 22 e 23 giugno, con l’intervento di quattro rappresentanti dell’unione delle associazioni provinciali agrarie della Sicilia, di quattro rappresentanti della federazione regionale dei lavoratori della terra, del direttore dell’ufficio regionale del lavoro, dell’ispettorato compartimentale agrario e di qualche altro tecnico, hanno avuto luogo, sotto la mia presidenza, svariate riunioni per la definizione delle norme di applicazione del cennato provvedimento legislativo. Le discussioni relative, che si sono protratte per molte ore e hanno investito ogni lato della questione, sono state sancite in due verbali riassuntivi.

Gli accordi raggiunti, comunicati anche a codesto ministero con telegramma 27 giugno u.s. (n. 4192), vennero tradotti per volontà unanime delle parti in un decreto alto commissariale che, firmato e passato alla stampa nella giornata del 25 giugno, fu salutato in un primo istante da generale consenso: anzi gli organi del Partito socialista e del Partito comunista salutarono i detti accordi come una prima autentica conquista dei lavoratori isolani, nel campo delle loro aspirazioni.

Non ritengo sia il caso di entrare, in questa sede, nel merito delle disposizioni portate da tale decreto alto commissariale, in quanto le medesime sono state ampiamente illustrate con mio rapporto 2 luglio u. s. (n. 4375), diretto al ministero dell’Agricoltura e per conoscenza anche a codesto ministero. [n.d.a.: L’avvocato Fausto Gullo (1887 - 1974) si avvicina in gioventù alle idee socialiste. Nel 1914 è eletto consigliere provinciale di Spezzano Grande, in Calabria. Negli anni Venti viene segnalato come “sovversivo comunista” dalla polizia fascista. Nel 1944 è nominato ministro dell’Agricoltura nel secondo governo Badoglio. Tra il 1944 e il 1945 emana i celebri decreti agrari, noti anche come “Legge Gullo”, con l’obiettivo di colmare lo storico iato tra lo Stato e le masse rurali attraverso l’attiva partecipazione di queste alla produzione. Nel 1946 è sostituito nell’incarico dal democristiano Antonio Segni e, nel 1947, nominato ministro di Grazia e Giustizia nel terzo governo De Gasperi].

Senonché, a brevissima distanza dalla firma degli accordi, si è avuto un rovesciamento delle posizioni e quella che, in un primo momento, era stata salutata come una vittoria dei contadini, ad opera degli stessi organi dei partiti socialista e comunista è stata definita come una imposizione dall’alto, come un tentativo per eludere la legge Gullo, trasformando la questione sindacale in questione politica.

Le agitazioni dei contadini, sobillati da agitatori sindacali, si intensificarono in provincia di Caltanissetta e in qualche comune della provincia di Enna ed Agrigento. Sono queste le zone in cui si afferma che sussista una maggiore feracità del terreno, sicché il complesso della ripartizione, in relazione al decreto Gullo, potrebbe venire a risultare sfavorevole ai lavoratori, una volta ammessa l’ipotesi che effettivamente la produttività di tali zone sia superiore alla produttività di media della Sicilia nel corrente anno agrario. Situazione speciale, che, nel complesso del sistema seguito nell’accordo, non venne presa in considerazione in quanto si volle, dai partecipanti, accedere ad un criterio di massima che potrebbe considerarsi un elemento compensativo del maggior vantaggio ricavato dai contadini nelle zone (e sono la maggioranza) meno fertili.

Le agitazioni in ogni caso non avrebbero ragione di essere perché, se la particolare produttività di talune zone fosse tale da compromettere effettivamente il vantaggio che dal decreto legislativo dovrebbe risultare per i lavoratori, sarebbe sempre possibile giungere a degli accordi locali tra le parti, in uno spirito di proficua collaborazione. Comunque, al di fuori degli accordi regionali il decreto alto commissariale non impedisce che, nel caso di singolari contestazioni, gli interessati possono fare ricorso alle commissioni circondariali previste dal decreto legislativo.

Gravi perturbamenti dell’ordine pubblico, dovuti soprattutto alla opera sobillatrice di elementi facinorosi, si sono purtroppo dovuti registrare il 28 giugno nel comune di Assero (Enna) e il 1° luglio a Santa. Margherita Belice. Ad Assero veniva distrutto l’ufficio dell’Ucsea e a S. Margherita Belice veniva appiccato il fuoco ai locali dell’Ucsea, alla esattoria comunale e al circolo Garibaldi [Ufficio comunale statistico ed economico dell’agricoltura (Ucsea)]. Rinforzi vennero tempestivamente inviati su entrambi i comuni e la calma venne ristabilita.

Si è proceduto all’identificazione dei responsabili e al loro arresto.

Ho impartito precise disposizioni ai prefetti interessati intese ad assicurare, mercè la loro opera energica e di persuasione, che le operazioni del riparto dei prodotti agrari non subiscano dannose remore e si svolgano senza violenze sopraffatrici dell’una e dell’altra parte.

A seguito della mia ultima circolare ai prefetti dell’isola in data 4 corrente, con la quale ha segnalato l’opportunità che vengano favoriti eventuali accordi diretti tra proprietari e coloni circa la ripartizione dei prodotti agricoli, rimanendo impregiudicata la possibilità che, al di fuori degli accordi regionali, gli interessati adiscano, nei casi controversi, le commissioni circondariali previste dal decreto Gullo, sembra che ogni perturbamento vada sedandosi.

La situazione nelle provincie di Caltanissetta, Enna ed Agrigento si è resa ancora più delicata per il perdurare dello sciopero generale da parte dei lavoratori delle miniere dello zolfo della Sicilia, che ebbe inizio il giorno 20 giugno nella provincia di Caltanissetta e subito si estese a quella di Enna ed Agrigento.

Lo sciopero ebbe inizio subito dopo che i lavoratori vennero a conoscenza dell’esito del lodo arbitrale deciso dalla commissione tecnica, costituita, per volontà delle parti, per indagare e decidere sugli aumenti da corrispondere ai minatori e sulla possibilità della loro corresponsione sulla base del prezzo vigente e dei costi di produzione dello zolfo.

A conclusione dei lavori la commissione stabilì la concessione del caro vita come appresso:

L. 90 al giorno per gli operai maggiori di 18 anni;

L. 60 al giorno per gli operai dai 16 ai 18 anni;

L. 45 al giorno per gli operai minori dei 16 anni.

Stabilì però che la concessione di detto nuovo caro – vita era subordinato all’aumento del prezzo dello zolfo che, a richiesta degli industriali, si sarebbe dovuto elevare da L.5.700 aL. 9.000 per tonnellata e che il nuovo caro – vita doveva essere corrisposto con decorrenza anteriore di un mese alla data dell’aumento del prezzo dello zolfo, non consentendo l’attuale costo di produzione la possibilità di qualsiasi aumento.

I lavoratori si rifiutarono di accettare il lodo arbitrale, e dichiararono lo sciopero, pretendendo la corresponsione del nuovo caro – vita senza attendere l’aumento del prezzo dello zolfo.

In data 28 giugno, a seguito del telegramma del ministero dell’Industria, col quale veniva garantito l’aumento minimo del prezzo dello zolfo di L. 2.000 per tonnellata a decorrere dal 1° luglio 1945, gli industriali fecero conoscere alle autorità che erano disposti a corrispondere il nuovo caro – vita dal 1° giugno, giusta le condizioni del lodo arbitrale, senza tener conto quindi dell’inadeguato aumento del prezzo dello zolfo, salvo ad insistere presso il governo per ottenere, al più presto, altro effettivo aumento sul prezzo dello zolfo in relazione alla reale incidenza dei vari elementi di costo, e cioè a L. 9.000 per tonnellata.

Questa soluzione non fu neanche accettata dai rappresentanti dei lavoratori, i quali decisero di continuare lo sciopero colla pretesa di vedere corrisposti gli arretrati dal 16 febbraio 1945.

La continuazione dello sciopero da parte degli solfatai non è più comprensibile, in quanto gli industriali hanno fatto più di quanto il lodo arbitrale aveva stabilito.

Gli stessi industriali pertanto ritengono che la questione economica sia stata trasformata in questione di natura prettamente politica con tutte le speculazioni che da essa ne possono derivare.

Purnondimeno le trattative sono continuate, per parecchi giorni e secondo le ultime notizie comunicatemi dal prefetto di Caltanissetta, le parti finalmente hanno raggiunto l’accordo e da lunedì prossimo verrà ripreso il lavoro.

Data la delicatezza della situazione venutasi a creare nelle provincie di Caltanissetta, Enna ed Agrigento, che sarebbe potuta sfociare in repentini turbamenti dell’ordine pubblico, avevo disposto, per misura precauzionale, il dislocamento del battaglione misto per servizio d’ordine pubblico di stanza a Palermo per metà a Caltanissetta e per l’altra metà ad Agrigento.

Avevo altresì impartito precise disposizioni ai prefetti interessati per l’adozione di tempestive ed opportune misure di vigilanza e di sicurezza a protezione degli impianti delle miniere, allo scopo di scongiurare eventuali atti inconsulti e danneggiamenti da parte degli scioperanti.

La situazione alimentare accenna a migliorare, specialmente per quanto riguarda i prezzi dei generi alimentari di più largo consumo, e soprattutto del pane e della pasta di contrabbando, a seguito del continuo arrivo del grano alleato.

I prezzi degli oggetti d’uso più comune (generi di abbigliamento, scarpe, prodotti di vetro e di alluminio, ecc.), che subito dopo la liberazione dell’alta Italia avevano subìto qualche ribasso in vista di una concorrenza di merce proveniente dal continente, in questi ultimi giorni hanno segnato un assestamento e un livello che, però, non è certamente quello che si sperava.

Le limitate richieste di acquisti da parte dei consumatori non sono valse a smentire la sostenutezza delle pretese dei commercianti.

Sempre ridotta l’attività industriale, che risente della deficienza di materie prime, connessa alla insufficienza dei mezzi di trasporto; conseguentemente si aggrava sempre più il fenomeno della disoccupazione, inasprita dall’afflusso dei prigionieri, dei partigiani, ed, in generale, di coloro che a causa della guerra sono stati lontani dalla loro terra e distratti dalla loro attività per lungo tempo.

Attività politica del clero

Durante il decorso mese di giugno il clero ha continuato a svolgere la sua attività esclusivamente nel campo ecclesiastico.

L’Azione Cattolica si è limitata all’educazione religiosa dei giovani, curandone il miglioramento morale e spirituale.

I parroci in genere si sono dimostrati molto ossequienti alle autorità locali, assecondandone l’opera ed aderendo di buon grado alle loro richieste.

Recentemente il clero di Vizzini si è molto risentito per un discorso violento pronunziato nella sede del partito comunista contro i preti in genere. Non si sono avuti che composti commenti ed una dignitosa protesta presso il vescovo di Caltagirone.

Aprovvigionamenti

Grano

Continuano ad affluire nei vari porti dell’isola notevoli quantitativi di grano d’importazione.

Ad oggi quasi tutte le provincie sono approvvigionate per luglio – agosto e parte di esse per tutto settembre.

Sono annunziati imminenti altri arrivi e man mano le provincie vengono approvvigionate per i mesi futuri e con prevalenza quelle deficitarie.

Ammasso campagna 1945/1946

Troppo presto per potere relazionare al riguardo. Soltanto in qualche zona di raccolto si è iniziato. Ai granai del popolo sono stati conferiti i seguenti quantitativi:

a Gela, chilogrammi 1800;

A Ragusa, quintali 350.

Orzo

Il quantitativo di 65.000 quintali di provenienza alleata recentemente pervenuto, come già fatto noto all’alto commissariato per l’alimentazione ed all’ufficiale di collegamento dell’Ac, è avariato, carbonato, ed assalito da parassiti animali.

Tuttavia è stata disposta la consegna alle industrie molitorie meglio attrezzate per il maggiore utilizzo. In conseguenza la farina per la panificazione viene miscelata con 90 parti di farina di grano abburrattata al 91 per cento e le 10 parti di farina di orzo abburrattata al 63 per cento.

La miscela con la percentuale superiore non è consigliabile, date le caratteristiche dell’orzo sopracitato, in quanto si ripercuoterebbe conseguentemente sulla qualità del pane, per la quale già pervengono continue lamentele.

Tali lamentele sono dovute principalmente alle caratteristiche del grano che contiene un’alta percentuale di cruscami, allo abburrattamento prescritto  del 91 per cento per cui negli sfarinati si notano notevoli elementi cruscali, ed alla miscela dell’orzo cattivo, come già sopra detto.

Olio

Situazione invariata rispetto ai mesi precedenti.

Merci Unrra [n.d.a.:United nations relief and rehabilitation administration (Unrra). Creato nel novembre del 1943, l’Unrra è l’ente delle Nazioni Unite incaricato di assistere le popolazioni colpite dalla guerra. Fornisce alimenti, medicinali e generi di prima necessità].

Sono giunti notevoli quantitativi di merci, e continuano ad arrivarne. Vi sono prodotti che tendono ad avariarsi e, nonostante solleciti fatti all’organo interessato a Roma, nessuna disposizione è pervenuta circa la distribuzione.

Condizioni della pubblica sicurezza

L’indice della criminalità in Sicilia continua a mantenersi alto.

I dati forniti dalle questure dell’isola per il mese di giugno sono i seguenti:

41 omicidi e 19 tentati omicidi;

126 rapine;

10 tentate rapine;

6 estorsioni;

23 tentate estorsioni

14 sequestri di persona;

13 abigeati;

18 incendi dolosi;

4 danneggiamenti.

Sono state scoperte 24 associazioni per delinquere e si sono verificati 13 conflitti a fuoco con malfattori, in parte uccisi o catturati.

Le condizioni della pubblica sicurezza nella zona compresa tra i territori di Palma Montechiaro, Narò, Camastra e Licata (Agrigento) che nei mesi scorsi fu teatro di gesta brigantesche, quali assalti a treni in marcia e numerosi sequestri di persona, sono alquanto migliorate, grazie alle disposizioni impartite dall’ispettorato generale di pubblica sicurezza ai nuclei dipendenti.

In qualche zona della provincia di Caltanissetta le condizioni della pubblica sicurezza sono state turbate dalla presenza di alcuni gruppi armati, ma già l’attività dei nuclei comincia a dare benefici risultati, specie nel campo repressivo.

Circa la provincia di Palermo la situazione continua a mantenersi delicata nella zona delle Madonie, dove si aggirano gruppi armati di malfattori e nel territorio di Montelepre e comuni vicini, per la presenza della nota banda capeggiata dal giovane Giuliano Salvatore.

Nella provincia di Trapani le condizioni della pubblica sicurezza possono considerarsi alquanto migliorate.

Le altre provincie non destano eccessiva preoccupazione.

Come è noto, a cura del predetto ispettorato generale, si sta organizzando, a sistema capillare, la distribuzione in tutta l’isola di nuclei mobili per condurre una lotta a fondo contro la delinquenza e particolarmente contro il banditismo.

Sebbene l’organico non sia del tutto completo, tuttavia comincia a notarsi un sensibile miglioramento nelle condizioni della pubblica sicurezza e ne fanno fede i risultati qui appresso indicati, conseguiti dai vari nuclei nel mese di giugno:

arresto in Furnari di Torre Francesco, responsabile di omicidio, per motivi di gelosia, in persona dello studente Munafò Angelo;

arresto in Palma Montechiaro di tre individui, responsabili, in correità con un latitante, di associazione per delinquere e varie rapine aggravate. Sequestrate armi e refurtiva;

arresto in Campobello di Licata del pericoloso latitante Terranova Gaetano, componente di una vasta associazione per delinquere operante nei territori di Naro, Palma Montechiaro, Licata e Campobello di Licata, scoperta nel mese di marzo;

durante un conflitto a fuoco con un gruppo di malfattori avvenuto in contrada Gerasi di Mussomeli, è rimasto ucciso il bandito Bertolone Giovanni, mentre è stato arrestato altro bandito a nome Pistone Giuseppe. Sequestrati tre cavalli e varie armi e munizioni;

arresto in Altavilla Milicia di Faso Antonio, evaso nel giugno 1944 dal penitenziario di Volterra, dove scontava la pena dell’ergastolo per uxoricidio;

arresto in Santa Maria di Licodia di quattro individui responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione in pregiudizio di Ajello Gaetano ed Anfuso Felice;

arresto in Vittoria di nove individui, responsabili, in correità con 14 latitanti, di associazione per delinquere, varie rapine aggravate, e parecchi furti aggravati;

arresto in Racalmuto di due individui responsabili, in correità, di tre latitanti di aggressione a scopo di rapina alla fattoria di Saia Salvatore;

durante un conflitto a fuoco avvenuto in contrada Cifuliana di Valledolmo con la banda armata capeggiata dal pericoloso bandito Jannuzzo Giuseppe, responsabile di numerosi e gravi delitti contro la persona ed il patrimonio, consumati in diverse provincie, sono stati catturati lo stesso Jannuzzo ed altro bandito, a nome Pollina Giuseppe, mentre è rimasto ferito gravemente il carabiniere Satariano Daniele, in seguito deceduto. Sequestrati quattro cavalli, armi e munizioni;

arresto in Santo Stefano di Camastra di cinque individui responsabili, in correità con quattro latitanti, di associazione per delinquere e numerosi furti;

arresto in Castelvetrano di due individui, responsabili, in correità di un latitante, di rapina aggravata in danno di Ferreri Giuseppe;

arresto in Menfi di due individui, responsabili, in correità con due latitanti, di omicidio a scopo di vendetta in persona di Palminteri Gaspare;

arresto in Sambuca di Sicilia di nove individui, responsabili, in correità di quattro latitanti, di associazione per delinquere, due sequestri di persona a scopo di estorsione, quattro estorsioni e dodici tentate estorsioni;

arresto in Vallelunga di Blandino Domenico, responsabile, in correità con un latitante e con Gerace Francesco, ucciso precedentemente in conflitto, di associazione per delinquere, tentato omicidio, due rapine e conflitto a fuoco. Sequestrate armi e munizioni.

arresto in Campofranco di nove individui responsabili, in correità di due latitanti, di associazione per delinquere e sette tentate estorsioni a mezzo lettere minatorie dirette a cittadini benestanti di Campofranco;

durante un conflitto a fuoco avvenuto nei pressi di Santa Margherita Belice, è rimasto ucciso il pericoloso latitante Saladino Accursio, ricercato per vari gravi delitti.

arresto in Canicattì di due individui responsabili, in correità con altri tre già detenuti, di associazione per delinquere, una tentata estorsione, e varie rapine;

arresto in Castellammare del Golfo del latitante Vitale Angelo, colpito da mandato di cattura per associazione per delinquere.

Non appena completato l’organico, tutti i nuclei agiranno in movimento continuo e simultaneo, che condurrà indubbiamente all’eliminazione di tutte le bande armate, col conseguente miglioramento delle condizioni generali della pubblica sicurezza.

Condizioni sanitarie

Durante il mese di giugno si è verificato un solo caso di vaiuolo a Palermo in persona di Catania Antonino di Giuseppe. Il medesimo si è ammalato nel proprio domicilio dopo aver eseguito la contumacia presso l’ospedale di isolamento a seguito del caso di vaiuolo del proprio padre.

Anche a Palermo sono state denunciati nel decorso mese 18 casi di dermotifo. Tutti gli infermi sono stati ricoverati immediatamente all’ospedale di isolamento alla Guadagna; sono stati inoltre attivate le misure profilattiche del caso, quali l’isolamento contumace dei familiari e dei commoranti, la disinfestazione individuale con ddt, nonché la disinfezione e disinfestazione dei locali dove erano domiciliati gli infermi e di quelli delle abitazioni viciniori. Fino al 30 giugno il numero complessivo dei casi di dermotifo verificatesi a Palermo dal 28 aprile u.s. ammontano a 26.

Da Messina sono stati segnalati quattro casi di leishmaniosi viscerale e gli infermi sono stati ricoverati nel locale ospedale civile per gli accertamenti e le cure del caso. [Malattia parassitaria che attacca il sistema immunitario. Provoca febbre e spossamento].

Il numero complessivo dei casi di infezione tifica e paratifica segnalati durante il mese di giugno fa notare un certo aumento dei casi rispetto ai precedenti mesi. Tale aumento può considerarsi però normale e segna l’inizio della abituale recrudescenza stagionale dell’endemia tifica.

Anche il numero dei casi di infezione malarica primitiva, i cui primi casi si sono avuti nel mese di aprile u.s., tende progressivamente ad aumentare in tutte le province della Sicilia, mantenendosi però nei normali limiti della abituale recrudescenza stagionale.

Continuano a verificarsi numerosi casi di melitenza soprattutto in provincia di Caltanissetta ed Enna. [n.d.a.: Nota anche come “febbre maltese”, è una malattia infettiva trasmessa all’uomo attraverso il latte o i suoi derivati. Provoca febbre, dolori articolari e una forte sudorazione].

L’alto commissario

Salvatore Aldisio

Class.: segreto Destinatari: Whitney H. Shepardson, Capo del Si (Algeri); Earl Brennan, capo del settore italiano del Si (Washington). Mittente: Richard Mazzarrini, capo del settore italiano del Si, teatro delle  operazioni per il Mediterraneo. Oggetto: Rapporto dell’Alto Commissario per il mese di giugno 1945. Data: 21 luglio 1945. [Cfr. Nara, rg. 226, s. 108, b.130, f. j-1250. Documento originale in italiano].

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