16/01/2012 07:56
"Una maggiore istruzione avrebbe diffuso una cultura di pace nei paesi in via di sviluppo" era questa l'idea alla base del progetto di Nicholas Negroponte che lanciò Olpc, un acronimo che sta per "un laptop per ogni bambino". Il laptop, bellissimo, un vero oggetto di design già esposto in qualche museo di arte moderna, si chiama Xo: in cinque anni ne sono stati distribuiti due milioni, con l'Uruguay in cima alla classifica; ma Olpc fa oggettivamente fatica a imporsi anche perché il computer costa il doppio dei cento dollari previsti all'inizio.
Ecco allora il pc low cost da 25 dollari grande come una carta di credito ed è che così il sogno del celebre fondatore del MediaLab del Mit sta per essere realizzato.
Si chiama Raspberry Pi e riconosciamo già nel nome le ambizioni; dopo la mora del BlackBerry e la mela di Apple, è forse il momento di assaggiare un altro frutto: il lampone ("Pi" sta invece per "pi greco", ed è un omaggio al linguaggio di programmazione scelto, il Phyton).
In Raspberry Pi c'è anche la firma di una superstar dei videogiochi, l'inglese David Braben.
Braben ha appena compiuto 48 anni: quando ne aveva venti e frequentava l'università di Cambridge realizzò, assieme al compagno di studi Ian Bell, un avveniristico videogame di guerre spaziali che è stato una pietra miliare del settore. Da allora Braben ha ottenuto un successo dopo l'altro (l'ultimo: Disneyland Adventures); ma l'anno scorso ha deciso di mollare lo sviluppo dell'attesissimo The Outsider, per aggregarsi ad un team dell'università di Cambridge ed investire tutto se stesso sulla creazione di un computer low cost che facesse di nuovo innamorare i ragazzi per l'informatica.
"Vorremmo che ai giovani tornasse l'entusiasmo, che avevamo noi negli anni '80, sulle infinite possibilità di creare cose nuove con la tecnologia", spiega Braben per il quale i nativi digitali rischiano di essere meno bravi a utilizzare i computer di quanto fossero i loro coetanei di trenta anni fa. "Oggi impiegano la loro creatività per primeggiare in videogiochi come Little Big Planet o Roller Coaster Tycoon, ma non c'è molto altro che sappiano fare con un pc. Sono come persone che sanno leggere ma non sanno scrivere", sostiene Braben.
Non è un oggetto per tutti. Il Raspberry Pi non ha tastiera, non ha mouse e non ha monitor: ma si possono collegare, naturalmente. Ha le dimensioni di una carta di credito (o di una chiavetta usb), usa il sistema operativo di Linux, e collegandolo alla tv di casa come schermo fa tutto quello che deve fare un personal computer (calcolo, scrittura, videogiochi e film in alta definizione). Comprando la versione da 35 dollari, si ha il doppio di memoria più una porta per navigare su Internet. Dettaglio importante: sarà venduto in una custodia trasparente per stimolare la curiosità a capire "come funziona" e magari, modificarlo. Piccoli hacker crescono, si spera: "Farà tornare ai ragazzi la voglia di inventare cose nuove con un pc" scommette Braben.
In rete l'attesa sta diventando messianica. Quando qualche giorno fa i primi dieci esemplari sono stati messi all'asta su eBay per finanziare la Fondazione che sta dietro il progetto e le quotazioni sono schizzate fino a oltre 2500 dollari: cento volte il prezzo a cui sarà messo in vendita un Raspberry Pi fra meno di un mese.
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