Archiviato in Corriere della Sera, intervista, Paolo Tittozzi
Due le modalità di approccio: e- learning e frontale, ma sempre in piccoli gruppi, appositamente selezionati in base ad esigenze comuni. “Il mondo della formazione – spiega Tittozzi – negli ultimi anni è cambiato; le persone che oggi si rivolgono a noi hanno un livello culturale superiore e quindi anche i corsi sono stati rivisti per soddisfare meglio i nostri utenti. In quest’ottica vengono organizzati anche master di alta formazione e comunque i nostri docenti sono sempre altamente qualificati e selezionati secondo i requisiti suggeriti dall’Unione Europea”. Ovviamente Pafal Group ha anche investito molto nell’innovazione tecnologica, per mantenere gli alti livelli qualitativi dei servizi offerti e per la continua ricerca delle soluzioni migliori per ogni cliente.
“Realizziamo indagini – spiega il presidente – per valutare i nuovi bisogni formativi in modo da redigere progetti specifici che possano soddisfare le richieste dei nostri clienti. Una clientela che è veramente molto vasta; in 19 anni di attività sono stati oltre 80.000 gli iscritti ai vari corsi, 300 mila gli esami erogati e oltre 400 sono i professionisti che giornalmente collaborano con noi”. “Tutti i nostri sforzi – spiega il presidente – sono stati realizzati con le nostre forze, non abbiamo mai avuto aiuti da parte dello Stato, una scelta che ci ha permesso di essere flessibili ed efficienti”. Del resto la flessibilità in questo settore è fondamentale: “Le richieste vanno accolte velocemente – spiega Tittozzi, ad esempio oggi c’è tanta domanda da parte della terza età che desidera conoscere in modo più professionale le lingue ed il computer, è nostro dovere realizzare progetti formativi specifici nel più breve tempo possibile”.